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“Non sono i migliori in quello che fanno… piuttosto sono gli unici a farlo ”. Così, più o meno, Bill Graham amava descrivere la parabola musicale dei Grateful Dead, sintetizzandone in maniera geniale quell’unicum che richiederebbe parecchie pagine per essere analizzato nei suoi esiti. Jerry Garcia &Co. crearono negli anni una vera e propria filosofia, sia in termini di approccio musicale (l’anelito alla sperimentazione senza freni coniugata all’amore per la tradizione) che in un senso più ampio di cultura popolare (basti pensare al peculiare rapporto con i fan, all’idea di libertà collettiva che – pur con molte ombre- caratterizzò tutta la loro carriera). Così, quando i fratelli Aaron e Bryce Dessner della band The National cominciarono a lavorare su “Day Of The Dead”,in molti si chiesero se avesse senso incidere un tributo ad un gruppo che trovò nella estemporaneità dell’esibizione dal vivo la propria forma espressiva definitiva. D’altra parte è innegabile che le canzoni dei Dead abbiano una loro intrinseca bellezza, dovuta al connubio fortunatissimo tra le melodie di Garcia ed i testi del poeta Robert Hunter (con contributi meno frequenti ma fondamentali della coppia Weir / Barlow), senza considerare che la band stessa costruì robusta parte del suo immenso repertorio sulla ripresa di classici scritti da altri. La monumentale celebrazione – 59 canzoni in 5 CD, per oltre 6 ore di musica – gioca proprio su questi due livelli: la valorizzazione di una scrittura sopraffina che produsse capolavori imperituri ed il recupero della suggestione psichedelica propria di una tendenza mai doma all’improvvisazione strumentale. La sterminata e variopinta lista di musicisti coinvolti (oltre 60 artisti, noti e meno noti, provenienti da generazioni ed ambiti molto diversi) è lì a rappresentare la profonda impronta che la band californiana continua a lasciare ancora oggi. Dal punto di vista squisitamente musicale si trova ovviamente di tutto: date le dimensioni del progetto è normale che ci sia qualche esperimento meno riuscito, così come alcune riletture magari troppo timide non aggiungono nulla di nuovo agli originali. Ma il viaggio è comunque sempre avvincente, un percorso quasi antropologico nei meandri dell’arte dell’interpretazione, delle differenti concezioni dell’idea di suono e di identità: insomma, verrebbe da dire,del rapporto dialettico tra padri e figli (a volte con ruoli invertiti: non furono in questo caso i padri i ribelli per eccellenza?). Si incontrano poi non pochi episodi sorprendenti, per magia e calore: è il caso della tradizionalissima e sublime “Jack-a-Roe” dei poco conosciuti This Is The Kit; della evocativa versione di “Friend Of The Devil” dei Mumford & Son; del trip sonoro di Lee Ranaldo (ex- Sonic Youth) impegnato con illustri amici in una “Playing In The Band” di oltre 9 minuti. Ma l’apice interpretativo arriva forse con la straordinaria, struggente ripresa di “Wharf Raf” da parte di Ira Kaplan (Yo La Tengo), che fonde magistralmente la poesia di Garcia & Hunter con i suggerimenti più onirici del Morto Riconoscente. Last but not the least: tutti i profitti dell’epica impresa (4 anni di gestazione) andranno alla Red Hot Organization, che da anni lotta contro l’AIDS e le problematiche sanitarie ad esso correlate. Un motivo in più per intraprendere un’ irripetibile esperienza sonora nella alternative music di oggi e di ieri.
Pietro Rubino
Tracklist
Touch of Grey • The War on Drugs
Sugaree • Phosphorescent, Jenny Lewis & Friends
Candyman • Jim James & Friends
Dire Wolf • The Lone Bellow & Friends
New Speedway Boogie • Courtney Barnett
Friend of the Devil • Mumford and Sons
Black Muddy River • Bruce Hornsby & De Yarmond Edison
Morning Dew • The National
Black Peter • Anohni and yMusic
Loser • Ed Droste, Binki Shapiro & Friends
To Lay Me Down • Perfume Genius, Sharon Van Etten & Friends
Box of Rain • Kurt Vile and the Violators (featuring J Mascis)
Rubin & Cherise • Bonnie ‘Prince’ Billy & Friends
Me and My Uncle • The Lone Bellow & Friends
Cassidy • Moses Sumney, Jenny Lewis & Friends
Uncle John’s Band • Lucius
Mountains of the Moon • Lee Ranaldo, Lisa Hannigan & Friends
Dark Star • Cass McCombs, Joe Russo & Friends
Nightfall of Diamonds • Nightfall of Diamonds
Transitive Refraction Axis for John Oswald • Tim Hecker
Playing in the Band • Tunde Adebimpe, Lee Ranaldo & Friends
Brokedown Palace • Richard Reed Parry with Caroline Shaw and Little Scream (featuring Garth Hudson)
Peggy-O • The National
Garcia Counterpoint • Bryce Dessner
Terrapin Station (Suite) • Daniel Rossen, Christopher Bear & The National (featuring Josh Kaufman, Conrad Doucette, Sō Percussion & Brooklyn Youth Chorus)
Clementine Jam • Orchestra Baobab
China Cat Sunflower · I Know You Rider • Stephen Malkmus and the Jicks
Jack-A- Roe • This Is The Kit
Easy Wind • Bill Callahan
Wharf Rat • Ira Kaplan & Friends
Going Down The Road Feeling Bad • Lucinda Williams & Friends
And We Bid You Goodnight • Sam Amidon
Ripple • The Walkmen
Truckin’ • Marijuana Death Squads
Dark Star • The Flaming Lips
Stella Blue • Local Natives
Shakedown Street • Unknown Mortal Orchestra
Franklin’s Tower • Orchestra Baobab
Eyes of the World • Tal National
Help On The Way • Béla Fleck
Estimated Prophet • The Rileys
What’s Become of the Baby • S t a r g a z e
King Solomon’s Marbles • Vijay Iyer
If I Had the World to Give • Bonnie ‘Prince’ Billy
Standing on the Moon • Phosphorescent & Friends
Ship of Fools • The Tallest Man On Earth & Friends
Bird Song • Bonnie ‘Prince’ Billy & Friends
Brown-Eyed Women • Hiss Golden Messenger
Here Comes Sunshine • Real Estate
Cumberland Blues • Charles Bradley and Menahan Street Band
Drums · Space • Man Forever / Sō Percussion / Onieda
Cream Puff War • Fucked Up
Rosemary • Mina Tindle & Friends
High Time • Daniel Rosen and Christopher Bear
Til the Morning Comes • Luluc with Xylouris White
Althea • Winston Marshall, Kodiak Blue and Shura
Attics of My Life • Angel Olsen
St. Stephen • Wilco with Bob Weir (live)
I Know You Rider • The National with Bob Weir (live)
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