(fonoBisanzio / Ird)
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Le antiche vie del sale rappresentano l’ispirazione del settimo lavoro del musicista bresciano già a fianco di artisti come Massimo Bubola, Michelle Shocked, Mary Gauthier, Eric Andersen e Mark Olson. La sua scelta sonora punta al recupero di strumenti popolari (come il piffero dell’Appennino e la zampogna del Sannio) da accompagnare a strumenti classici (a partire dal violino che Gazich suona con maestria, basti ascoltare il conclusivo Fontanigorda-Ricercare per violino solo) e quelli tradizionali di un linguaggio rock. Una via di mezzo tra cantautorato italiano e folk rock che nelle intenzioni è lodevole. I testi son molto curati e mostrano una descrizione dei problemi del nostro tempo, toccando temi tra attualità e storia. Ovvio che questa impostazione si riversa sull’invenzione melodica e la realizzazione dei brani. Che sono generalmente ballate dal ritmo lento proprio per evidenziare i testi e il messaggio. In un ascolto dall’inizio alla fine questo non agevola l’attenzione e la voglia di ritmi diversi. Segnaliamo comunque la traccia titolo, Collemaggio, La biblioteca sommersa, come esempi di una poetica musicale tutt’altro che banale e risultato di un lavoro di ricerca.
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