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Recensioni

Everyone’s Orchestra & others, Generator Hostel, Venezia, 11 ottobre 2016

12 ottobre 2016 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

www.dead.net
www.rexfoundation.org
innogiven.org

Speriamo che diventi una bella abitudine. Perché al di là degli appuntamenti musicali di carattere privato, i musicisti che partecipano alla dieci giorni annuali nel segno dei Grateful Dead a Venezia sono comparsi anche nei locali della città con possibilità per tutti gli interessati di ascoltare gruppi e solisti di razza. La relazione con la band californiana ricordata anche per la figura carismatica di Jerry Garcia è presto detta: la full immersion di arte e musica con ospiti americani in coincidenza con la Biennale è curata della Innovative Giving Enhancement (organizzazione non profit che raccoglie fondi per le arti) a favore della Rex Foundation. Quest’ultima nacque per iniziativa proprio dei Grateful Dead in memoria di un road manager del gruppo scomparso nel 1976.

 

 

Quarant’anni dopo, a Venezia si sono ritrovati Nicki Bluhm e Scott Low, musicisti del giro dei Grateful con collaborazioni sul palco con Bob Weir e Phil Lesh, il figlio di quest’ultimo Grahaeme Lesh, ma anche un campione della musica country e bluegrass americana come Peter Rowan e Amy Helm, figlia d’arte (Levon Helm della Band) ma soprattutto interprete e compositrice di livello. La pattuglia italiana era composta dai migliori specialisti di blues e country, come Paolo Bonfanti, Martino Coppo, Roberto Borgianino e il duo Max de Bernardi e Veronica Sbergia. Al Generator Hostel, una delle tappe aperte al pubblico, l’atmosfera era quella di una jam session di altissimo livello.

 

 

Due i set. Il primo ha saputo mostrare quanto i musicisti italiani (supportati dal contrabbassista Ross James) sappiano interpretare al meglio gli stili di Oltreoceano. Tanto che a loro si è aggiunto Peter Rowan, dando una marcia in più a una serie di standard country, blues e cantautorato (bellissima la versione di Paradise di John Prime). La seconda parte ha invece assunto la denominazione di Everyone’s Orchestra nel segno dell’improvvisazione e con il funky e il soul a scaldare l’ambiente. Un’atmosfera che ha coinvolto tutti i fortunati avventori del locale, trasformatosi per alcune ore in un pezzo di California.

Michele Manzotti

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