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Speriamo che diventi una bella abitudine. Perché al di là degli appuntamenti musicali di carattere privato, i musicisti che partecipano alla dieci giorni annuali nel segno dei Grateful Dead a Venezia sono comparsi anche nei locali della città con possibilità per tutti gli interessati di ascoltare gruppi e solisti di razza. La relazione con la band californiana ricordata anche per la figura carismatica di Jerry Garcia è presto detta: la full immersion di arte e musica con ospiti americani in coincidenza con la Biennale è curata della Innovative Giving Enhancement (organizzazione non profit che raccoglie fondi per le arti) a favore della Rex Foundation. Quest’ultima nacque per iniziativa proprio dei Grateful Dead in memoria di un road manager del gruppo scomparso nel 1976.
Quarant’anni dopo, a Venezia si sono ritrovati Nicki Bluhm e Scott Low, musicisti del giro dei Grateful con collaborazioni sul palco con Bob Weir e Phil Lesh, il figlio di quest’ultimo Grahaeme Lesh, ma anche un campione della musica country e bluegrass americana come Peter Rowan e Amy Helm, figlia d’arte (Levon Helm della Band) ma soprattutto interprete e compositrice di livello. La pattuglia italiana era composta dai migliori specialisti di blues e country, come Paolo Bonfanti, Martino Coppo, Roberto Borgianino e il duo Max de Bernardi e Veronica Sbergia. Al Generator Hostel, una delle tappe aperte al pubblico, l’atmosfera era quella di una jam session di altissimo livello.
Due i set. Il primo ha saputo mostrare quanto i musicisti italiani (supportati dal contrabbassista Ross James) sappiano interpretare al meglio gli stili di Oltreoceano. Tanto che a loro si è aggiunto Peter Rowan, dando una marcia in più a una serie di standard country, blues e cantautorato (bellissima la versione di Paradise di John Prime). La seconda parte ha invece assunto la denominazione di Everyone’s Orchestra nel segno dell’improvvisazione e con il funky e il soul a scaldare l’ambiente. Un’atmosfera che ha coinvolto tutti i fortunati avventori del locale, trasformatosi per alcune ore in un pezzo di California.
Michele Manzotti
Tagged Grateful Dead, Peter Rowan, Rex Foundation