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I racconti popolari escono dai confini di una casa. Diventano espressione musicale ma anche immagini animate create con la carta. Così sul palco gli strumenti si mimetizzano con gli schermi che vengono di volta in volta arrotolati. Flit è lo spettacolo concepito dal musicista scozzese Martin Green, componente dei Lau, che ha coinvolto in una sorta di supergruppo vari colleghi della scena britannica a partire da Becky Unthank (The Unthanks), Adrian Utley (Portishead), Dominic Aitchison (Mogwai), Adam Holmes. Il progetto Flit è nato grazie all’Edinburgh Internatiohal Festival in collaborazione con il Barbican di Londra, dove lo spettacolo ha fatto tappa nell’ambito di un tour in ottobre. L’esperimento parte dai racconti della nonna di Green con il tema del viaggio in primo piano. Viaggi che sono originati dalla ricerca di una vita migliore, simboleggiati nelle animazioni dagli uccelli migratori e dalle persone che si ispirano, spesso forzatamente, ai loro comportamenti. La musica si basa in gran parte sull’elettronica con le voci di Adam Holmes e di Becky Unthank a esprimere l’anima della tradizione folk attraverso il canto. Un mix che al primo ascolto può confondere, ma che con il passare dei minuti appare sempre più chiaro regalando momenti suggestivi sottolineati dal lavoro di Utley a chitarra e tastiere e da Aitchison al basso, mentre Green oltre a piano e fisarmonica si ritaglia alcuni momenti parlati. Un folk riveduto e corretto e sviluppato visivamente: così il genere popolare punta a elevarsi alla dignità di opera d’arte.
Michele Manzotti
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