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fino al 26 febbraio 2017
Arrivò come un’onda mettendo in crisi il potere politico e il pensiero comune. Si era presentata come un fatto prevalentemente musicale, ma si estese a tutte le espressioni artistiche. Quattro anni in cui si consolidò una serie di idee che si erano già originate all’inizio dei ’60 che vanno sotto il nome di controcultura. You say you want a revolution? è il titolo della mostra che parafrasando un brano dei Beatles è stata allestita al Victoria & Albert Museum di Londra. Records and Rebels (dischi e ribelli) 1966-1970 ê il sottotitolo che vuole dimostrare un legame tra la produzione e il consumo della musica popolare e il pensiero e l’azione sociale e politica. In maniera quasi scontata l’attenzione è puntata sulla cultura anglosassone sui due lati dell’oceano, anche se non mancano i cenni ad altre parti d’Europa come la Francia.
Records come le copertine dei tanti Lp usciti in quegli anni e che hanno segnato uno spartiacque musicale, a partire da Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles a cui è dedicato uno spazio apposito. I testi manoscritti di John Lennon, Paul McCartney e George Harrison sono esposti come simbolo di un’epoca che sta cambiando. L’ Inghilterra, dopo lo scandalo sessuale che portò alle dimissioni del ministro della difesa John Profumo, aveva necessitá di nuovi punti di riferimento. La ribellione si estese alla moda, con la minigonna di Mary Quant e nascita dell’icona Twiggy, alle trasmissioni Tv, ai film come Barbarella e con Blow Up di Michelangelo Antonioni assunto a simbolo del racconto di quegli anni. Alla situazione inglese fa da contrasto l’ America dove è forte la richiesta dei diritti civili, dei neri soprattutto, e del dramma dei giovani mandati nel Vietnam. Ma in cui la musica di Bob Dylan racconta la voglia di cambiamento, e i grandi festival musicali a partire da Woodstock promettono anche pace e amore.
Un’immersione in immagini e suoni (la visita si svolge obbligatoriamente con le cuffie) che raccontano quegli anni come un periodo in cui giorno per giorno si mettevano le basi perché non si potesse tornare più indietro. E non solo dal punto di vista artistico.
Michele Manzotti
Immagini concesse dall’ufficio stampa del Victoria & Albert Museum
In home page l’illustrazione di Alan Aldridge per Revolution dei Beatles
In alto un particolare della mostra
Al centro Christine Keeler protagonista dello scandalo Profumo fotografata da Lewis Morley
In basso una scena di Blow Up di Michelangelo Antonioni (Mgm)
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