(Jagjaguwar / Ird)
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La rivisitazione del passato da parte di questo duo di Los Angeles è sorprendente. Nel senso che si respirano tante atmosfere: dalla psichedelia, al pop, al ragtime, agli arrangiamenti soul alla Motown, capaci di calare l’ascoltatore in un mondo vintage ma con la sensazione di un marchio di fabbrica ben preciso e attuale. Anni fa “quella” psichedelia e “quel” pop ad esempio infatti non sarebbero stati possibili. Un gusto del pastiche che porta Sam France e Jonathan Rado ben oltre l’etichetta di indie rock. Apparentemente disorganica, la musica del duo sta invece in piedi e si fa ascoltare con estremo piacere. A partire da Follow The Leader, agli echi classici (quasi stravinskiani) che si legano alla piano ballad America, al ritornello di Avalon che fa pensare agli Abba seguito immediatamente da un intermezzo Dixieland, al dark grottesco di Trauma, l’album è tutto da godere. E non pensiate che sia solo per orecchie allenate, tutt’altro: a nostro parere può dare molte soddisfazioni,
Michele Manzotti
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