(Musicamorfosi / Egea)
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Nel marzo 2006 recensimmo l’album dell’Orchestre National de Jazz francese che incise un tributo ai Led Zeppelin. Un esperimento che ha trovato fortunatamente sponda anche in Italia. A realizzarlo è il trombettista Giovanni Falzone, già protagonista di un’analoga operazione su Jimi Hendrix. Il disco nelle intenzioni non vuole una semplice rivisitazione delle musiche dei Led Zeppelin ma un omaggio al pensiero di quella musica, partendo da alcuni spunti contenuti nei primi quattro album, quelli che Falzone reputa più significativi, che vengono rielaborati e miscelati alle idee originali del leader. Per questo progetto Falzone sceglie di costituire una piccola Contemporary Orchesta, un organico allargato che gli permette di elaborare sonorità più complesse, anche se non quelle della già ricordata e ampia orchestra francese. In ogni caso poter alternare i brani originali a quelli riarrangiati degli Zeppelin dà un senso al progetto, anche per poter apprezzare la ricerca creativa in contrapposizione a pezzi che fanno parte della memoria di molti. Ricordiamo la lunga Migrant Ballade, la quasi stravinskiana Rebound che fa da introduzione a Whole Lotta Love, la gradevole atmosfera della melodica Elegia, Psychedelic Dance. I brani dei Led Zeppelin sono trattati con il rispetto che meritano. Un’operazione che può essere molto gradita anche dal vivo.
Michele Manzotti
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