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foto fornite dall’Ufficio stampa di jazzahead!, edizione 2016 (c) Jan Rathke in alto e in fondo (c) Nikolai Wolff in mezzo
La capitale del jazz? E’ in Germania. La città stato anseatica di Brema dal 2006 è il centro di attrazione per tutti gli addetti ai lavori grazie a jazzahead!, una manifestazione che unisce le caratteristiche di fiera e di festival musicale. Una serie di concerti, quest’ultima, che ogni anno sceglie un paese come protagonista (nel 2017 è la Finlandia), con una partecipazione di 16mila spettatori. Dell’appuntamento che si terrà dal 27 al 30 aprile parliamo con Sybille Kornitschky, project manager di jazzahead!
Qual è la caratteristica principale di jazzahead! come fiera?
“Posso affermare che jazzahead! è la più importante occasione di incontri di jazz a livello mondiale. Sin dalla sua prima edizione del 2006, l’appuntamento è cresciuto in dimensioni tali da diventare indispensabile per tutti gli addetti ai lavori. Con la sua concezione unica che combina showcase, conferenze, mostra e festival, il tutto attorno all’argomento centrale del jazz, la fiera è diventata un momento immancabile per tutta la scena jazz globale che trova l’occasione di partecipare a un network”.
Quanti paesi sono rappresentati a Brema ogni anno e quali categorie di addetti ai lavori?
“Nell’undicesima edizione del 2016, jazzahead! È stata visitata da 2742 partecipanti professionali da 57 paesi. La quota di persone provenienti da fuori Germania è stata del 70%. Tutti i principali protagonisti del business musicale legato al jazz sono presenti. Per quanto riguarda la lista dei settori rappresentati ricordo gli artisti, le agenzie, i club e i festival, le etichette discografiche con la distribuzione. A questi aggiungo i media, gli editori, gli studi di registrazione, ma anche archivi e studi legali specializzati”.
Quest’anno avete la Finlandia come nazione partner. Con quali criteri scegliete il tema di ogni edizione?
“Prima di tutto si tratta di una scelta del comitato artistico senza un processo di selezione. Facciamo questo dal 2011 e l’idea è quella di inserire una nazione al centro dell’appuntamento annuale, sia nel contesto della fiera musicale internazionale con i suoi showcase, sia nel festival culturale con un programma che si estende per due settimane. Il paese partner viene selezionato sulla base di due criteri principali: innanzitutto una scena ampia e particolarmente attiva le cui produzioni (a nostra opinione) meritano una maggiore attenzione internazionale. Poi oltre l’aspetto musicale, che il paese prescelto abbia anche una scena culturale altrettanto attiva e che sia interessata a farsi conoscere nella realtà cittadina di Brema”.
In questo contesto la scena italiana quanto è stata coinvolta negli ultimi anni?
“L’Italia è presente sin dalla prima edizione del 2006. Ma attualmente i contatti con il vostro paese non sono così forti come potrebbero o dovrebbero essere. Ci sono buone iniziative o organizzazioni come Puglia Sounds, ma in confronto ad altre nazioni europee manca ancora una vera e propria presenza nazionale. Con I-Jazz (l’associazione dei festival italiani) sembra che ci sia un tentativo di una visibilità più ampia, un fatto che sarebbe desiderabile e appropriato per la vostra scena nazionale, molto interessante e dinamica”.
Michele Manzotti
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