(Magnolia Music)
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Servono probabilmente diversi ascolti per carpire appieno l’essenza di “Souvenir”, nuova uscita di Drew Holcomb e dei suoi Neighbors. Non perché si tratti di un lavoro artificioso, tutt’altro: si battono qui diversi sentieri (11 le tracce presenti), ma sempre al ritmo di un folk elettro-acustico made in USA. Il cuore del disco, quasi un concept album sui temi del passato e del ricordo, si rivela però con cautela. Dopo un inizio più che onesto, forse un po’ di scuola, è con il quarto brano (la intensissima “Rowdy Heart, Broken Wing”) che “Souvenir” innesca il suo meccanismo: con una progressiva raffinatezza di songwriting e ricerca sonora fanno la loro comparsa ballate sognanti (“Sometimes”, “Postcard Memories”), country songs in odor di tradizione (“The Yellow Rose Of Santa Fe”), melodie dai ritmi quasi tropicali (“Mama’s Sunshine, Daddy’s Rain”). Parallelamente, appare evidente il messaggio di Holcomb: la memoria ha un potere salvifico, perché grazie ad essa possiamo tenere salda la presa sulle cose veramente importanti, anche in tempi convulsi come quelli odierni. Un aneddoto è significativo, in questo senso: un mese dopo la fine delle registrazioni Holcomb finì in ospedale per parecchio tempo, impossibilitato a seguire le fasi di missaggio del disco a causa di una rara forma di meningite virale. Avrebbe potuto aspettare di riprendersi pienamente per approvare personalmente il lavoro sui vari pezzi; per non ritardare l’uscita di “Souvenir”, ha scelto invece di fidarsi dei suoi compagni di musica e del loro giudizio. Una fiducia più che ripagata.
Pietro Rubino
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