(MrM Records / IRD)
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Il pistoiese Tiziano Mazzoni, non è certo un cantautore prolifico, i suoi cd però sono lavori destinati a durare nel tempo e ad essere rimessi periodicamente nel lettore “buono” di casa. Il suo esordio è datato 2006, con Zaccaria per terra, e la consacrazione è avvenuta nel 2011, con Goccia a goccia, prodotto per la Eccher Music di Massimo Bubola, al quale parteciparono nomi di prestigio come Ellade Bandini, Riccardo Tesi, Giorgio Cordini e Luigi Grechi, album che, per chi scrive, fu nell’ipotetico podio di fine anno relativo ai cd italiani. La curiosità di ascoltare Ferro e carbone era notevole, consapevoli del fatto che non fosse semplice confermarsi, o addirittura superare il livello di Goccia a goccia. Fin dal primo ascolto Ferro e carbone, centra il suo obiettivo. Le dodici tracce che lo compongono, o meglio, le dodici storie, fanno di Tiziano Mazzoni un fine cesellatore che non lascia nulla al caso. I suoi testi sono piccole storie da leggere e assaporare lentamente. Storie che potrebbero vivere di vita propria anche se avulse dalla musica, tuttavia, grazie agli arrangiamenti e alle sonorità che pescano di volta in volta dalla canzone d’autore, dal folk, dal blues, o dal roots rock di matrice americana, acquistano ulteriore valore e completezza.
Quasi tutti i brani vedono la partecipazione del mitico Pippo Guarnera (hammond e pianoforte) e alcuni sono arricchiti e caratterizzati dall’organetto diatonico di Riccardo Tesi. È comunque tutto il gruppo di lavoro a funzionare alla perfezione, a partire ovviamente da Tiziano, pregevole non solo alla voce ma anche alle chitarre e al mandolino. Abbiamo avuto la fortuna di assistere alla presentazione live di Ferro e carbone, all’1e35 Circa di Cantù, locale che per la sua programmazione è diventato un punto di riferimento per gli appassionati di tutta la Lombardia. Tiziano si è presentato dal vivo con una band molto affiatata e tosta, formata dall’imprescindibile Pippo Guarnera, Fabrizio Morganti (batteria), Lorenzo Forti (basso) e Matteo Urro, chitarrista forse poco appariscente, ma dotato di un gusto ed una classe non comuni. Durante il primo set è stata proposta la scaletta completa del cd, cercando di introdurre, con una breve spiegazione, i testi di ogni traccia. Impossibile non emozionarsi all’ascolto di La lucciola e il bambino, ispirata all’eccidio di S. Anna di Stazzema o con l’autobiografica Qualunque nome dirai, dedicata da Tiziano al padre affetto da Alzheimer. Dal vivo, vero banco di prova, Ferro e Carbone funziona alla grande, senza cedimenti o abbassamenti di livello, riuscendo a catturare l’attenzione del pubblico.
Il secondo set ha visto invece Tiziano cimentarsi con alcuni classici della musica americana, principalmente di Bob Dylan, ma non solo, riproposti in modo molto convincente e sentito, accompagnati nei bis anche da Francesco Bocciardi alla slide. Tiziano Mazzoni ha tutte le prerogative necessarie per soddisfare gli appassionati della musica d’autore canonica e legata alla nostra tradizione, ma al contempo di convincere anche chi è legato maggiormente alla musica di estrazione americana, al folk e al blues, mondi musicali che Tiziano riesce a far convivere creando una mescolanza ricca di sfaccettature e varietà.
Stefano Tognoni
Tracce
Sciogli il cane
Il velo
La lucciola e il bambino
Rita e l’angelo
E’ una magia
Quattro barche
Qualunque nome dirai
Silvano Fedi
Piombino
Noi camminiamo
Verde torrente
Ancora da imparare
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