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Yes feat. Anderson Rabin Wakeman, Cavea Parco della Musica, Roma, 17 luglio 2017

19 luglio 2017 by pdb in Concerti, Recensioni

www.yesfeaturingarw.com

foto (c) Riccardo Musacchio e Flavio Ianniello

Freschi di una nuova battaglia legale intorno alla attribuzione del nome tornano in Italia gli Yes (ma è giusto chiamarli così ?) nella persona di “ Yes featuring Jon Anderson Rick Wakeman Trevor Rabin “ suscitando notevole curiosità da parte dei sempre numerosi fan del gruppo in Italia anche grazie alla non troppo lontana turnèe di un anno fa degli Yes “originali “ di Steve Howe e Alan White . Saranno meglio gli attuali detentori del marchio o questi ultimi in grado di sfoggiare il cantante originale della formazione? L’esibizione all’Auditorium di Roma non ha restituito certezze se non per chi si schiera a seconda dei propri gusti per l’una o l’altra band , di certo avranno goduto furbescamente i molti che si vedono raddoppiare le possibilità di vedere rappresentato più volte un songbook molto amato dal pubblico di queste parti . Uno show muscolare e ben calibrato dal punto di vista del suono dove i tre sono ben coadiuvati da due musicisti di un’altra generazione ma altrettanto validi dal punto di vista tecnico : Louis Molino III che teneva le bacchette durante gli anni ottanta per la band statunitense Cock Robin , raccogliendo diverse hits da classifica e Lee Pomeroy che tra gli altri vanta presenze con la band di Steve Hackett e l’ultima versione degli Electric Light Orchestra di Jeff Lynne . Il repertorio,  fin troppo scontato forse dirlo , oscilla tra quello degli Yes storici dove Wakeman esibiva la sua aura da mago Merlino e quello anni ottanta dominato dalla chitarra di Rabin (spesso anche cantante) aggressiva , sfavillante lontana dall’eleganza classica di quella di Howe . In mezzo Jon Anderson a incollare il tutto con un timbro di voce che riesce ancora ad incantare e rendersi credibile verso una platea già favorevolmente predisposta. Gli album più citati nel concerto sono Fragile e 90125 , con i brani spesso eseguiti in “pericolosa “ alternanza , con qualche puntata su dischi come “ The Yes album “ ( Perpetual Change e I’ve seen all good people ) , “ Close to the edge “ ( And you and i ) e “ Going for the one “ ( Awaken ) . Al di là del loro consueto e riconosciuto professionismo i tre titolari dell’impresa sono sembrati, nel concerto romano, molto coinvolti dal’evento tanto da immergersi nel pubblico con scorribande tra le prime file di Rabin e Wakeman che con i loro strumenti , chitarra e tastiera a tracolla , hanno improvvisato un duetto sulla coda di “ Owner of a lonely heart “ . Bisogna sottolineare anche l’apporto dei due musicisti aggiunti che non si sono limitati al ruolo di comprimari ma che hanno anzi dato nuova vitalità alle canzoni evitando di essere troppo simili agli originali e nel caso particolare del bassista di aver omaggiato Chris Squire con una versione di The Fish , efficace e non puramente celebrativa . Bis lasciato a “ Roundabout “ con il pubblico oramai in piedi ed in delirio . Prossima punta della saga Yes ? Forse una nuova formazione “ monstre“ come quella di Union del 91-92? Chissa?… Aspettiamo con curiosita’ la sentenza di primo grado del giudice.

Ugo Coccia

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