(Rounder / Egea)
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Il banjoista Béla Fleck non finisce mai di stupire. Non solo per la tecnica che lo ha portato ad affrontare varie frontiere musicali, ma anche per una creatività di livello.Vincitore di ben 16 premi Grammy, Fleck ha ricevuto riconoscimenti e ottenuto fama nel mondo del jazz, della world music, della musica classica, del folk, del bluegrass, del pop strumentale, del Gospel e non solo. Juno Concerto e pubblicato dalla Rounder Records, presenta il suo omonimo concerto per banjo e orchestra, registrato a marzo 2016 con la Colorado Symphony diretta da Jose Luiz Gomez. L’album contiene anche due pezzi per banjo e quartetto d’archi, eseguiti con i Brooklyn Rider. Il concerto prende il nome del figlio di Béla Fleck e della compagna Abigail Washburn e mostra la grande perizia di scrittura di Fleck: si sentono ovviamente molte sonorità a cui l’autore fa riferimento. Dal Novecento di Gershwin, Addinsell, Ravel per quanto riguarda la scrittura orchestrale a suoni degli Appalachi, ma anche a Bach e Paganini per la parte del banjo. Il risultato è quello di una composizione moderna, fresca, piena di idee, tanto che la voglia di ascoltarla in una sala da concerto, ovviamente con il suo protagonista principale. Dopo i tre movimenti del concerto ecco che i brani con il quartetto d’archi si pongono sulla stessa direttrice compositiva, ma con qualche sperimentazione in più grazie al dialogo più evidente tra i singoli strumenti. Un’altra prova più che convincente da aggiungere a una carriera invidiabile.
Michele Manzotti
Tracce
1 Juno Concerto: Movement I
2 Juno Concerto: Movement II
3 Juno Concerto: Movement III
4 Griff
5 Quintet For Banjo and Strings: Movement II
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