(Rounder / Egea)
chrishillman.com
Con questi personaggi vivi, vegeti e attivi, generalmente tiriamo un sospiro di sollievo. Anche se non sempre ogni album che esce a loro nome sia necessariamente un capolavoro, si ascoltano sonorità familiari, entrate nella storia di chi ha vissuto quei decenni personalmente o grazie ai dischi. Stavolta salutiamo con grande piacere il ritorno di Chris Hillman, membro fondatore di Byrds, Flying Burrito Brothers, Manassas e Desert Rose Band, figura fondamentale del country rock e dell’Americana. Bidin’ My Time rappresenta il primo album in studio di Hillman da oltre un decennio: ma soprattutto ci piace sottolineare come il disco sia stato prodotto dallo scomparso Tom Petty nel suo studio nella California del Sud. E poi che parterre di ospiti: i compagni dei Byrds David Crosby e Roger McGuinn; i membri della Desert Rose Band, lo stesso Tom Petty e altri membri degli Heartbreakers come Mike Campbell, Steve Ferrone e Benmont Tench. Facile che con queste premesse esca un disco di grande interesse a partire dal primo brano The Bells of Rhymney di Perte Seeger, già nel repertorio Byrds. Così come c’è un altro ricordo dei Byrds, Here She Comes Again firmato da Hillman e McGuinn e finora registrato solo su un album dal vivo in Australia e ci riporta in un’atmosfera unica. Tra gli originali di Hillman l’affascinante ballata Different Rivers, il country di Such Is The World That We Live In e di New Old John Robertson. La chiusura è affidata a un brano di Petty, Wildflowers, interpretato con tocco leggero. La voce è fresca, la voglia di suonare intatta. Non un capolavoro, ma un disco bello, rassicurante nelle sue sonorità.
Michele Manzotti
Tagged Americana, Chris Hillman, Tom Petty