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Fast Animals and Slow Kids – Forse non è la felicità

3 ottobre 2017 by pdb in Dischi, Recensioni

(Woodworm Label / Audioglobe)
www.fask.it

Arpeggi di chitarra si alternano all’adrenalina che si scarica sulla batteria. Elettronica, pianoforte, timbri morbidi e vibrazioni graffiate. Undici tracce attraversano un album il cui titolo la dice lunga. “Forse non è la felicità” è l’album che quest’anno ha regalato un grande successo ai Fast Animals. I Fast Animals and Slow Kids sono (e sempre saranno) Aimone, Alessandro, Jacopo e Alessio. Il gruppo nasce a Perugia alla fine del 2008 e nel 2010 raggiungono una certa notorietà vincendo il contest di Italia Wave Love Festival come miglior gruppo emergente italiano. Nel febbraio 2011 esce il primo album “Cavalli”. L’anno dopo esce il secondo album, “Hýbris”. Nel dicembre 2013 il singolo “A Cosa Ci Serve” vince il Trofeo Rockit come migliore canzone italiana secondo i lettori del sito e contestualmente risulta essere la canzone dell’anno anche secondo i redattori del magazine online. Nello stesso anno i Fast Animals And Slow Kids vincono anche il premio KeepOn “Rivelazione Live 2013” e “Hýbris “ e l’Album Italiano 2013 per i lettori di XL. “Alaska”, il nuovo e quarto disco della band esce il 3 ottobre 2014. In “Forse non è la felicità”  hanno suonato in studio anche Francesco Chimenti e Nicola Manzan.  In questo disco la giovane band urla la propria voglia di manifestare. In questa protesta ci sono tutte le generazioni, dagli anni Settanta a quelli di internet. Analogico e digitale è anche il suono. Lo spirito ribelle si libera nelle canzoni “Ignoranza”, in “Fiumi di corpi” e “Giorni di gloria”. Le contaminazioni si perdono tra passato e futuro, nella giovinezza nascosta nel cuore di una quercia di “Tenera età”, nella tensione dell’inesorabile scorrere del tempo, nella paura di una vita schiacciata dalla quotidianità. E’ stato detto che, musicalmente parlando, in questo album si passa da canzoni che sembrano colonne sonore di film sulle proteste sociali in Inghilterra a pezzi basati su strutture particolari tipiche degli anni ’70; si va dal morbido suono dei vecchi vinili alla svogliatezza e stanchezza delle band lo-fi di inizio anni ’90. In un climax ascendente, spinto dalla batteria e dalle corde elettriche, si arriva al concetto di ‘non felicità’ dei Fast Animals, che dà il titolo all’album. La band non cerca uno status, ma la sfida, come dimostra la canzone che dà il titolo all’album: “Forse non è la felicità / ciò che voglio /ma un percorso per raggiungerla / un alpinista che non vorrà quella vetta/ ma solo il rischio di cader giù”.

Laura Tabegna

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