Entrambi cantautori, lei inglese (figlia del famoso designer e architetto Ron Arad), lui canadese, Lail Arad e JF Robitaille tornano in Italia per una serie di date in duo. Galeotto è stato proprio il nostro Paese, dove nel 2016 i due musicisti si sono conosciuti dando vita ad un sodalizio nell’arte e nella vita. Hanno recentemente pubblicato il primo singolo, “We Got It Coming”, prodotto da Mike Lindsay (Tunng, Laura Marling), primo capitolo di una futura collaborazione insieme come interpreti e autori. Li abbiamo incontrati per scoprire qualcosa in più sul loro nuovo progetto artistico.
Come sta andando il vostro tour italiano?
Lail Arad: Benissimo, ogni volta che arrivi in un posto è diverso dalla volta precedente. Siamo stati fortunati con il meteo, si mangia benissimo… E’ uno dei tour più lunghi che abbiamo fatto in un solo paese, 15 date in 18 giorni. Un po’ faticoso ma ne vale la pena.
La storia del vostro progetto è legata all’Italia, che è il luogo in cui vi siete conosciuti
JF Robitaiile: Un anno fa abbiamo fatto un tour simile in Italia ed è così che abbiamo iniziato a fondere i nostri set musicali. In quella occasione abbiamo preso la decisione di registrare il primo singolo. Alla fine di questo tour avremo suonato, in totale, in 31 città italiane diverse.
LA: E’ stato proprio il pubblico italiano che ci ha spinto ad intraprendere questo progetto comune perché alla fine dei nostri rispettivi set ci chiedevano se avevamo qualcosa realizzato insieme. Ancora non abbiamo registrato nient’altro per un futuro album insieme, oltre al singolo, ma lo faremo presto
Come si articola oggi il vostro concerto?
JFR & LA: Facciamo set separati ma al tempo stesso ci scambiamo gli strumenti, interagiamo molto, facciamo delle cover insieme, anche se i repertori sono individuali. Nessuno di noi scende dal palco molto a lungo.
Vi siete ispirati a qualcosa in particolare per dare al progetto l’identità che ha ora?
JFR & LA: E’ nato sperimentando, provando, rendendosi conto sul palco se erano canzoni da suonare insieme oppure no. Con due voci e una chitarra non è facile rendere interessante un’ora e mezzo di concerto, in questo modo invece lo spettacolo acquista personalità
Avete scritto insieme il testo del singolo?
JFR & LA: Sì, sia il testo che la musica
Tra i vari paesi il vostro tour proseguirà in India. che vi aspettate? Ci siete mai stati?
LA: Suoneremo in vari paesi d’Europa e poi saremo in India, dove non siamo mai stati. Siamo ospiti di un festival organizzato da un importante giornale locale, che ci ha invitati. Si svolge nel sud del paese. La formula è curiosa: sono tre sere, artisti diversi ogni sera e poi il festival cambia città. Abbiamo sei concerti in tutto e ogni sera siamo gli unici artisti nel cartellone, quindi siamo molto emozionati. Avremo ospite anche un percussionista indiano
A giudicare dal singolo date molta importanza alle armonie vocali
JFR: Dei due è lei la vera cantante! Comunque sì, le armonie vocali sono state il modo per inaugurare una vera collaborazione, un vero duetto
LA: Le armonie vocali sono state anche uno dei primi aspetti a cui il pubblico ha reagito. A fine concerto abbiamo iniziato ad interpretare cover a due voci e tutti sottolineavano quanto le nostre due voci si amalgamassero bene. Individualmente diamo entrambi molta importanza ai testi e continueremo a farlo anche insieme.
Come vi sentite a condividere insieme così tanto tempo in tour, vita e lavoro?
JFR: Per noi in qualche modo funziona. Non credo sia così per tutti, non lo raccomanderei a nessuno, ma noi ci troviamo molto bene
LA: E’ intenso ma andare in tour insieme è sempre intenso, per chiunque. Noi ci siamo trovati subito d’accordo perché oltre alla musica condividiamo tanti interessi e passioni
Qualche anticipazione sul nuovo disco? Dove lo registrerete?
JFR: Forse a Montreal, io ho una lunga storia di registrazioni fatte lì e abbiamo tanti amici. Ancora però non è sicuro. Ci piacerebbe coinvolgere di nuovo il produttore Mike Lindsay con cui ci siamo trovati benissimo. Ci saranno altri musicisti con noi, ce lo immaginiamo con la band al completo un po’ come il primo singolo. Un giorno vorremmo registrare anche in forma essenziale come il nostro duo, ma per ora sfruttiamo le potenzialità complete di un sound diverso. Registrare il singolo ci è piaciuto moltissimo.
Giulia Nuti