(Act Music / Egea)
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Il rapporto tra Johann Sebastian Bach e il jazz è sempre stato molto stretto. A partire dai pionieri Jacques Loussier e Swingle Singers fino a Enrico Pieranunzi, tanto per ricordarne alcuni, i musicisti hanno trovato nell’architettura bachiana le chiavi giuste per valorizzare la loro ricerca jazzistica. Il contrabbassista tedesco Dieter Ilg, dopo aver affrontato altri grandi autori classici come Beethoven e Wagner, si è rivolto a colui che molti definiscono un compositore modernissimo nonostante sia vissuto tra il 1685 e il 1750. La sua musica infatti si adatta benissimo a stili diversi dalla classica e il disco di Ilg (in trio con il pianista Rainer Bohm e il batterista Patrice Héral) ne è un’ulteriore conferma. Le tracce mostrano sia il rispetto dell’originale sia l’invenzione che porta i musicisti a creare un contrappunto attuale e disegni melodici propri. Questo aspetto è incarnato dai quattro brani Goldberg contrassegnati dalla lettere B-A-C-H e che nella notazione tedesca corrispondono a si, la, do e si bemolle. Ma anche Siciliano, Air (la celeberrima aria detta “della quarta corda”), due Preludi dal Clavicembalo ben Temperato rispondono a questo metodo di lavoro. Eccellente nei risultati grazie anche alla bravura dei musicisti.
Michele Manzotti
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