(Produzione indipendente)
www.jimkeaveny.com
Personaggio decisamente interessante, Jim Keaveny: nato e cresciuto sulle rive del fiume Missouri, comincia ben presto a vagabondare in giro per tutti gli Stati Uniti e non solo, collezionando una serie di esperienze al limite dell’estremo (trascorrere sei anni in mezzo al deserto texano in una casa auto costruita non è da tutti) che diventano in tempo reale ispirazione musicale. Keaveny, lontano da ogni mistificazione, già dalle primissime note mette sul piatto i suoi debiti autoriali (Bob Dylan in primis per lo stile vocale, John Prine e Kris Kristofferson, per l’acume dei testi e lo stile “parlato”): ma l’immaginario di frontiera che sottende a “Put It Togheter” è vasto e profondamente individuale. Musica folk (dis)organizzata intorno ad un sapiente mix di dramma, minimalismo e gusto per il grottesco, formula divertente ed emozionante. “Put It Togheter” non sfigurerebbe come colonna sonora di certi film dei fratelli Cohen o David Lynch, con le sue stralunate ballate (“Good Times”, “Is It You”), recital in terra di nessuno (“What I Ain’t Got”), evocativi strumentali (“The Grand Forks”). A mischiare ulteriormente le carte in tavola contribuisce un arsenale dove trovano spazio pedal steels, chitarre acustiche ed elettriche, organetti e fiati mariachi. Difficile dire di più: speriamo solo che Jim Keavney torni presto sulla strada e si presenti anche dalle nostre parti. Potremo così ringraziarlo di persona per la freschezza di queste 12 tracce di vita vissuta.
Pietro Rubino
Tracklist
1) What I Ain’t Got
2) Is It You
3) The Grand Forks
4) Check You Out
5) Good Times
6) Blown Away
7) Please Don’t Underestimate My Love
8) Limbo And Grim (Slight Return) The Mariachi Mantra
9) Leave This Town
10) Put It Together
11) Blue Eyes
12) Six Days In A Jailhouse
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