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Da quasi quarant’anni rappresentano la via italiana al bluegrass. Una strada musicale coraggiosa, ma che li ha portati su un piedistallo di autorevolezza nella scena italiana e internazionale. I genovesi Red Wine sono riconosciuti come maestri anche nel paese dove il bluegrass è nato, tanto da interagire spesso e volentieri con musicisti nordamericani. E’ stato quindi naturale che per la nona edizione del party organizzato dalla band arrivassero dagli Stati Uniti due soliste d’eccezione: la songwriter Kathy Kallick e la cantante violinista Annie Staninec. Il risultato è stato un tuffo nel bluegrass, ma anche in sonorità Americana che hanno coinvolto anche brani italiani. I padroni di casa (il componente fondatore Silvio Ferretti al banjo, Martino Coppo maestro di cerimonie, voce solista e mandolino, Lucas Bellotti al basso, Marco Ferretti alla chitarra e al dobro) hanno così organizzato una festa come si deve al Teatro della Tosse di Genova, tanto da arrivare al sold out.
Il programma era fatto da originali e standard, come nella tradizione Red Wine. Molti i momenti che non esitiamo a definire memorabili: gli omaggi a Tom Petty all’inizio (American Girl) e soprattutto la finale unplugged Free Fallin’, la virtuosistica Fiddle & Bow, il brano della Carter Family Solid Gone, l’immortale Across The Great Divide, la melodia di Bottomlands, il finale della prima parte Banjo Pickin Girls affidata alla voce e al violino di Annie Staninec, il brano di Kathy Kallick Foxhounds ispirato al padre del bluegrass Bill Monroe, la stessa Kathy Kallick che ha affrontato la Ballata dell’amore perduto di Fabrizio De André, il brano Esterina dove il mandolino di Coppo in certi momenti ricordava la chitarra di Django Reinhardt. Gran finale sul palco con la presenza di Paolo Bonfanti e soprattutto da non perdere l’appuntamento del 2018 con due anniversari tondi: 10° Bluegrass Party e quarantennale della band.
Michele Manzotti
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