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Giulio Cantore & Almadira – Derive

3 dicembre 2017 by pdb in Dischi, Recensioni

(Bajun Records)
giuliocantore.wixsite.com/giuliocantore

Il virtuosismo della chitarra non si lascia adulare dall’estetica, ma diventa la voce sconfinata di uno degli strumenti più immediati e istintivi. Il suono per Giulio Cantore, di nome e di fatto, è il risultato di un lungo percorso, che parte dalla costruzione dello strumento. La consapevolezza completa della chitarra e delle sue potenzialità permette a Cantore di attraversare le poliedriche declinazioni delle corde. ‘Derive’ è il titolo allusivo dell’ultimo album del cantautore romagnolo,  emiliano e pugliese di origine. Le vibrazioni della chitarra si accordano con l’idea di un mare messaggero di storie e saggio miscelatore di culture. Giulio Cantore ha frequentato la Scuola di Liuteria del Centopievese e ha trasmesso la sua passione per il legno anche in questo album. Il cuore profondo delle nove tracce del disco pulsa del sangue pugliese del cantautore, ammaliato dalle litanie tradizionali della musica popolare. “Almadira, almadira, musica franca arriva dal mar / il mare unisce le terre che separa,/la musica unisce le culture che separa”. In questa strofa della canzone, che dà il nome al progetto di Cantore, scopriamo il significato della sua ricerca. L’acqua che unisce e separa è protagonista della canzone “A Mare”, insieme alla “barca che, se prende il largo, non la riprendi più”. La chitarra flamenca, classica, pizzicata sono accompagnate da strumenti a fiato e armonica suonati da Fabio Mina (flauto, dan moi, duduk, khaen) e da Stefano Fabbri (cajon, conga, floor tom, balafon, udu drum, calebasse, djambe, krin, shaker). Alludono al mare e alle sue immagini poetiche anche le canzoni “Bassa marea”, Sansedine”, “Blu”, “Alta marea”. “Derive è una dichiarazione di provenienza – ha detto il cantautore-liutaio -, il punto che accoglie un nuovo periodo, un riconoscente omaggio alle rotte che mi hanno attraversato. Legni, corde, persone, luoghi e musiche”.

Laura Tabegna

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