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Linguaggi di Jazz Italiano 3

17 dicembre 2017 by Michele Manzotti in Special

Il linguaggio elettronico si è ormai imposto nel jazz contemporaneo. Il segreto è come farlo interagire con la strumentazione tradizionale. Il quintetto Clock’s Pointer Dance si è lanciato in questa avventura proponendo un album (con il nome del gruppo, Ur Records) con otto tracce, tutte originali, prendendo spunto da alcune lezioni del passato e trasformandole in un linguaggio attuale. Operazione coraggiosa, ma ben realizzata da Paolo Malacarne, tromba; Andrea Catagnoli, sax contralto; Andrea Baronchelli, trombone, Michele Bonifati, chitarra e Filippo Sala, batteria. Basti ascoltare l’iniziale Like a Lonely Stone, A  Fish, Play per ritrovare sonorità jazz-rock originali e al tempo stesso rassicuranti. (pagina Facebook Clock’s Pointer Dance)

Tre anni fa avevamo parlato di Roberto Bonati  (foto in home page) in occasione di un progetto contrabbasso e voce femminile, dunque dalle sonorità essenziali. Stavolta la cornice è diversa e vede Bonati sempre nella veste di compositore, ma di un’orchestra  jazz, la norvegese Bjergsted Jazz Ensemble. La composizione nor sea, nor land, nor salty waves che dà il titolo all’album (Parma Frontiere / Ird) è stata commissionata dallo stesso ensemble ed è ispirata alla cultura tradizionale scandinava. Un disco le cui ambizioni trovano un buon risultato nel quasi settanta minuti della sua durata suddivisi in otto movimenti. L’atmosfera nordica si lega bene a una visione che arriva dall’area mediterranea, con una scrittura sicura nelle melodie e nelle armonie. (www.parmafrontiere.it)

La conquista dello spazio è il tema di Orbite (nusica.org), terzo lavoro del XY Quartet formato da Nicola Fazzini (sax contralto), Saverio Tasca (vibrafono), Alessandro Fedrigo (basso acustico) e Luca Colussi (batteria). I titoli della tracce evocano infatti i pionieri dell’epopea spaziale come Gagarin, John Glenn. “Buzz” Aldrin e Valentina Tereshkova. Questo lavoro conferma ciò che avevamo scritto in occasione dell’album precedente: il quartetto cerca di imporre la propria idea personale della composizione jazzistica andando oltre gli schemi tradizionali. Si ascoltino le tracce citate in precedenza che dimostrano la sicurezza nell’esecuzione sulla scia di una scrittura di buon livello. (www.xyquartet.com)

Un bell’esordio discografico è quello del contrabbassista Jacopo Ferrazza e del suo trio (Stefano Carbonelli, chitarra e Valerio Vantaggio, batteria). Legato alla melodia e al suo sviluppo, Ferrazza propone in Rebirth (Cam Jazz) nove tracce originali (una firmata da Carbonelli) dove attorno al suo contrabbasso le idee fioriscono con un conseguente ascolto gradevole e convincente. Segnaliamo i brani Indigo Generation, After Wien. e la traccia titolo con momenti contrappuntistici, oltre ad attendere la prova della maturità. (www.jacopoferrazza.com)

Concludiamo con un altro trio TriⱯpology, formato da Vincenzo Saetta (sax alto & elettronica), Michele Penta (chitarre, loop ed elettronica) ed Ernesto Bolognini (batteria). In questo caso torna il linguaggio elettronico che avevamo evidenziato nel primo titolo di questo special. Nel disco Rockinnerage uscito per l’etichetta Tǔk Music il trio rende omaggio a grandi pagine del rock, dove si evidenziano Whole Lotta Love dei Led Zeppelin, Message in A Bottle dei Police e Smells Like Teen Spirit dei Nirvana trattate con gusto, ricordando che stiamo ascoltando un album di jazz. (pagina Facebook Triapology)

Michele Manzotti

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