(Black Hen Music)
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Ascoltando “Same As I Ever Have Been” – recente prova del canadese Matt Patershuk – vengono alla mente la voce ed i modi di Porter Wagoner, uno degli eroi più significativi del country tradizionale. Nonostante le molte differenze in termini di suono ed approccio, c’è in comune un certo gusto per una malinconia narrativa che non diventa mai dramma, oltre che una capacità di scrittura molto personale. La similitudine forse un po’ azzardata è comunque solo uno degli elementi che potranno intrigare gli amanti del genere, visto che i meriti di “Same As I Ever Have Been” – documento allo stesso tempo coeso e complesso – sono davvero tanti. Ad una commistione di stili ampia e perfettamente riuscita fa eco un’abilità strumentale particolarmente elevata, amministrata con senso della misura dalla Pretty Darn Good Music Band e dall’eccezionale talento di Steve Dawson (il suo assolo di slide guitar nell’iniziale “Sometimes You’ve To Do Bad Things To Do Good” lascia letteralmente a bocca aperta). Ovvio però che nella country music quello che fa veramente differenza è il proverbiale pugno di canzoni ben scritte, che qui non mancano certo. A suo agio tanto con la ballata folk (particolarmente belle “Memory And The First Law Of Thermodynamics” e “Boreal”) che con sonorità più oscure, strascicati blues ed ammalianti road-songs (vale la menzione “Gypsy”), Matt Patershuk ha forse firmato un piccolo capolavoro.
Pietro Rubino
Tracklist
1. Sometimes You’ve Got to Do Bad Things to Do Good
2. Gypsy
3. Hot Knuckle Blues
4. Good Luck
5. Memory and the First Law of Thermodynamics
6. Boreal
7. Blank Pages and Lost Wages
8. Cheap Guitar
9. Same as I Ever Have Been
10. Atlas
11. Sparrows
12. Swans
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