(Ecm / Ducale)
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Ci sono trent’anni di differenza tra il pianista di Albany e il trombettista del Mississippi tanto che Iver considera Smith come il suo «eroe, amico ed insegnante». Iver e Smith avevano già suonato insieme nello Smith’s Golden Quartet, ma questo album è la prima documentazione sonora del duo. Il pezzo centrale dell’album è la suite che dà il titolo all’album e che è dedicata all’artista indiana Nasreen Mohamedi (1937-1990). Sette movimenti dove il trombettista dà spesso sfogo a figurazioni free insieme a momenti più melodici per descrivere l’astrattismo delle opere d’arte, ben assecondato dal lavoro di Iver che alterna il piano all’elettronica. Una sorta di “quadri di un’esposizione” basata sull’improvvisazione di alto livello tra due personalità musicali molto forti che riescono a completarsi. Un disco la cui complessità è un elemento di grande fascino.
Michele Manzotti
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