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Un concentrato di energia. Negli ultimi anni i Vintage Trouble hanno conquistato i pubblici di tutto il mondo esibendosi in apertura ad alcune leggende della musica internazionale, come Rolling Stones, The Who e gli AC/DC, registrando inoltre un numero sempre crescente di sold out in tutto il mondo con i concerti da headliner. La formazione losangelina con Ty Taylor (voce), Nalle Colt (chitarra), Rick Barrio Dill (basso) e Richard Danielson (batteria) sarà in unica data italiana venerdì 19 gennaio al Phenomenon di Fontaneto d’Agogna (Novara) nell’ambito della rassegna Blues Power. Ne parliamo con il bassista Rick Barrio Dill.
Quali sono state le maggiori ispirazioni musicali quando il gruppo si è formato?
«Inizialmente erano profondamente radicate nel soul, rhythm & blues e rock’n'roll degli anni ’50 e dei primi ’60. In pratica tutto da Little Richard a Tina Turner, ai primi Rolling Stones e i primissimi Led Zeppelin. E’ stato quell’amore per il soul, gospel e dance music che univa tutti noi quattro. Siamo anche stati abbastanza fortunati di suonare con tante band molto popolari e con artisti che, negli ultimi anni, hanno fatto in modo che queste influenze crescessero ancora. Va aggiunto che siamo andati avanti e quindi amiamo l’hip hop e pop moderni, Amy Winehouse e tanti altri grandi musicisti che hanno l’anima soul».
Nelle vostre canzoni il rock blues è ancora vitale, ma nella vostra propria lettura. Se nasce un’idea musicale per una canzone, qual è il vostro modo di svilupparlo?
«Non c’è una regola precisa, anche penso che l’unica regola sia quella di non averne. Quella di non bloccare la creatività e portarla sulla strada dove arriva l’ispirazione. Spesso Ty ha una melodia o accordi su cui lavorare e noi aggiungiamo altre cose mentre siamo sul bus o nei nostri studi personali. A volte c’è un’idea completa portata a tavolino e ognuno aggiunge le proprie. Altre volte assembliamo le nostre proposte fissate sui registratori del cellulare lungo gli anni e viene fuori qualcosa quando il tempo è giusto. Il materiale migliore viene fuori immediatamente al massimo livello».
Nei vostri video sembra che vi divertiate sempre quando vi esibite dal vivo. E’ il vostro modo preferito per affrontare la musica?
«Piace a tutti: la musica è sempre il dono più grande. Siamo così fortunati da poterlo fare insieme come professione e allo stesso tempo di condividerlo con così tanta gente e fare in modo che questa si senta bene e balli. Se abbiamo l’opportunità di fare un video, a noi fa piacere ugualmente. Registrare, suonare dal vivo: tutto per noi è il meglio».
Che tipo di repertorio proporrete in questo tour?
«La cosa divertente è che nell’ultimo anno alla fine abbiamo suonato metà del nostro set con materiale ancora non inciso. Il migliore aspetto di questo è che la gente sembra apprezzarlo più dei brani che già conosce. L’unica cosa che ci si può attendere è un party per ballare. Chi verrà si può preparare a essere parte dello show: tutti quanti sono sempre considerati componenti del gruppo».
Michele Manzotti
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