(Produzione indipendente)
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Dee Palmer è una musicista dal lungo curriculum. Prima del cambiamento di sesso è stata arrangiatore, direttore d’orchestra, autore di brani per film, protagonista di incisioni con la versione orchestrale dei brani di Beatles, Genesis e Jethro Tull. Proprio con questi ultimi l’allora David Palmer ha condiviso molti anni di carriera, prima come collaboratore poi come sesto elemento di una line up che ha prodotto tre album importanti come Songs From The Wood, Heavy Horses, Stormwatch oltre al doppio dal vivo Bursting Out. Oggi Dee Palmer, che si è ritirata nella campagna inglese, ha deciso di mettere mano al proprio canzoniere tra ieri e oggi. Passato importante sia per l’unica cover (Things We Said Today dei Beatles, già lato B di A Hard Day’s Night, trattata in chiave soul) sia per le reminiscenze del suono Tull. Un’atmosfera quest’ultima particolarmente evidente di Black Orpheans, nella traccia titolo dove è inserito il tema di Elegy che Palmer compose per Stormwatch e in Forever Albion, basata su Coronach scritta per una serie Tv e inserita nell’antologia dei 20 anni dei Tull. Ma la cifra stiistica di Palmer, che canta in ogni brano, è legata anche alla musica classica (Urban Apocalypse con momenti ispirati al sacro e contrappuntistici e Old Lady Grey) e al folk in senso più ampio del termine come nella caraibica The Man in The Street e in Night in Spain. Tra gli ospiti Martin Barre, chitarrista simbolo dei Jethro Tull, mentre Palmer è cantante e polistrumentista con i suoi passaggi di flauto che fatalmente fanno venire in mente Ian Anderson. Un disco ben fatto, interessante non solo per i fan dei Tull, ma per chi ama in genere il rock dei gruppi inglesi tra i Sessanta e i Settanta.
Michele Manzotti
Tagged Dee Palmer, folk, Rock