(Kymotto Music)
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Ogni disco di Luca Francioso è frutto di un particolare espediente, un modo per fare ricerca in un ambito – quello della chitarra acustica – dove si può supporre che tutto sia stato già detto e suonato. Se nel precedente “Towards The Other” il collante era lo spirito di collaborazione a distanza con altri musicisti, nel recente “Bausatz” il tema è la sfida con sé stessi e la messa in discussione del pregiudizio. Il casus belli è la station loop, tecnologia sempre più diffusa nel contesto di riferimento che però ha sempre destato nel nostro una certa diffidenza. Ma è proprio in spregio ad essa (la diffidenza) che il chitarrista decide di confrontarsi con il famigerato attrezzo, utilizzandolo per incidere il breve ma intenso corredo di 7 canzoni che compongono “Bausatz”. Esperimento praticamente riuscito alla perfezione: la poetica dell’artista calabrese si arricchisce di nuove sfumature ritmiche ed armoniche, senza che la naturalezza della scrittura ne perda in sostanza e verità. In altre parole, chi ha amato i lavori precedenti si ritroverà appieno nelle atmosfere autunnali di “Bausatz”, ma rimarrà piacevolmente sorpreso dalla discreta comparsa di echi elettronici (ad esempio nella suggestiva “Rossalm”, nella pensosa “Old Streets Of My Old Town”, nel capitolo finale di “Evolutions Of Life”) o da alcuni incalzanti duelli chitarristici che Francioso ingaggia con sé stesso (“Recharge”). Chi invece non ha dimestichezza con i lavori del chitarrista può benissimo partire da qui ed apprezzare il sopraffino gusto evocativo, che non viene mai meno nell’arco della sua discografia. Anche se Luca Francioso è probabilmente già pronto a nuove sperimentazioni, ci permettiamo di suggerire che un ulteriore lavoro a base di loop station non sarebbe per nulla sgradito – per lo meno da queste parti. Un plauso anche alla produzione di Massimo Varini ed alla bella copertina di Silvia Pasquetto.
Pietro Rubino
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