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Il regista Werner Herzog è stato conquistato dal suo modo di fare e pensare la musica: bastava dargli un’idea e subito le sue musiche sapevano legarsi alle immagini. Parliamo di Ernst Reijseger, violoncellista e compositore olandese che da tempo è protagonista della scena jazz contemporanea con collaborazioni estese ad altri generi. La caratteristica di suonare lo strumento, legato principalmente alla musica colta e in questo caso con cinque corde insieme delle quattro abituali, è indubbiamente singolare. Spesso lo imbraccia come se fosse una chitarra (e la musica vira di conseguenza verso il jazz blues), lo usa come strumento a percussione percuotendolo con le mani e l’archetto, bagnandone la superficie per provocare un suono diverso sfregando le dita, utilizzando voce e rumore dei movimenti del corpo come parti integranti della composizione. Una dimostrazione di questo e di altri effetti speciali è stata data da Reijseger a Sesto Jazz in un teatro della Limonaia pieno di pubblico. Un’esibizione solista di un’ora e mezza dove i suoni del compositore (con echi classici di varie epoche e legati a una forte capacità di improvvisazione) sono un tutt’uno con l’esecutore, il quale sfodera una tecnica eccezionale e tante idee per conquistare chi ascolta e chi guarda. In pratica, uno spettacolo imperdibile per chi ama l’originalità legata al grande professionismo in musica.
Michele Manzotti
Tagged Ernst Reijseger, jazz, Sesto Jazz, Violoncello