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Una chiusura con il botto. L’edizione numero 19 del Blues Festival di Basilea ha infatti ospitato, in una rara occasione per l’Europa, un pezzo da novanta come Maria Muldaur per l’ultima sera. La cantante di New York è stata protagonista dell’ultima sera della rassegna che nei giorni precedenti aveva comunque proposti altri artisti importanti. Ricordiamo i Blind Boys of Alabama, ma anche musicisti che sono già comparsi nelle nostre pagine con i loro ultimi lavori discografici come Walter Trout e Sonny Landreth. Inoltre la manifestazione consegna tradizionalmente gli Swiss Blues Awards che quest’anno è andato a Marco Jencarelli, chitarrista e patron dello studio Soundfarm a Obernau. La serata di sabato 14 aprile si è aperta con il cantante chitarrista della Florida Selwyn Birchwood prima di lasciare la scena a Maria Muldaur e alla sua band formata dal fedelissimo Chris Burns alle tastiere, Craig Caffal alla chitarra, Ronnie Smith alla batteria e dal sassofonista svizzero Sam Burckardt. Maria Muldaur ha presentato un repertorio che lei stessa ha chiamato Bluesiana, quindi caratterizzato dalle sonorità tipiche dello stato di New Orleans. E in questa direzione è andata presentando un omaggio ad Allen Toussaint (I’ve got Those Optimism Blues, Yes we can, Bring your Blues), Cajun Moon di J.J.Cale e Why Are People Like That di Bobby Charles.
In verità la sua vasta esperienza musicale, le origini della East Coast e la sua attività in California sono altrettanto presenti nel suono che ha proposto a Basilea. Sorretta da una voce che sposa istinto e tenica e da una grande naturalezza nello stare in scena, la cantante ha proposto brani di grande fascino e impatto come Bessie’s Advice scritta con Eric Bibb, Lord, Please send me Someone to Love di Percy Mayfield, I’ll be So Glad When I get my Groove Back Again, oltre ai grandi successi. Tra i big three, come Maria Muldaur li ha chiamati sul palco, il suo hit del 1973 Midnight at The Oasis e Don’t You Feel My Leg (Don’t You Make Me High). Per concludere, festeggiatissima, con un brano a cappella It’s a Blessing, spiritual generalmente eseguito con l’amica Bonnie Raitt. Una sfida che solo artiste come lei sanno affrontare e vincere.
testo e foto Michele Manzotti e Laura Morotti
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