(Produzione indipendente)
www.diegoschiaviblues.com
Diego Schiavi si è formato artisticamente a Ponsacco, dove da un paio di lustri a questa parte si svolge un festival blues di tutto rispetto. Ciò deve aver influito non poco sulle scelte del giovane chitarrista, passato ad un certo punto dallo studio classico al blues delle radici più profonde. Dal felice incontro tra due mondi musicali apparentemente molto diversi nasce “Deep To The Bone”, 10 tracce totalmente acustiche tra blues e circondario che hanno – tra le altre cose – il merito di ricordarci che la musica afroamericana che tanto amiamo è farcita di tecniche, oltre che di cattive intenzioni. Nonostante l’età Diego si può definire infatti un fingerpicker maturo, dotato di un ottimo controllo e della capacità di evitare virtuosismi superflui. Una disciplina derivante probabilmente dalla chitarra classica e forse anche dall’incontro con l’illustre collega Andrea Valeri, qui in veste sia di padrone di casa (suo è lo studio di registrazione dove “Deep To The Bone” ha preso forma) che di ospite, nel significativo duetto di “When I Look Into Your Eyes”. Tra i 10 brani si contano una serie di famosissime riprese (“Crossroads Blues”, “Can’t Be Satisfied”, “Rollin’ ’n Tumblin’”, “Walking Blues”), veri e propri macigni di storia che, se da una parte testimoniano l’entusiasmo e la passione con cui il bluesman toscano affronta la materia, dall’altra tendono forse a sacrificare un po’ le sue doti interpretative. Una riflessione che scaturisce dall’ascolto (particolarmente ripetuto) della terza traccia, “Make Me Down A Pallet On Your Floor” del buon Mississippi John Hurt. Per qualche bizzarro motivo i pezzi del Maestro di Avalon sembrano mettere in stato di grazia chiunque si cimenti con essi in modo serio ed oculato (o semplicemente è il senso critico di chi scrive che viene meno in queste occasioni): fatto sta che in quei cristallini minuti sembra di sentire un Diego Schiavi diverso: una sua proiezione futura decisamente convincente. “Deep To The Bone” è un buon disco di blues acustico, in cui si intravede la firma di un musicista che può cominciare a superare le retoriche del genere con una certa tranquillità.
Pietro Rubino
Tagged blues, Diego Schiavi