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Foto (c) Silvia Lelli per gentile concessione ufficio stampa Ravenna Festival
Può essere chiamato musical, anche nel significato più nobile del termine. E lo è sicuramente nella fusione di musica, recitazione e danza che il genere porta con sé in lavori più o meno noti. Solo che l’autore di Kiss Me, Kate è un certo Cole Porter che nel secolo passato ha scritto uno dei canzonieri più importanti, divenuto una continua ispirazione per cover ed elaborazioni jazzistiche. E ascoltando questo lavoro riteniamo che la parola musical vada ad esso un po’ stretta. Piuttosto pensiamo che il punto di riferimento di Porter sia Arthur Sullivan, il compositore inglese che con William Gilbert compose opere popolari che vanno sotto il nome di light operas. Kiss Me, Kate, che esordì sul palco nel 1948, è proprio una light opera dove l’aggettivo light, leggero, non deve trarre in inganno. Qui c’è grande musica dove entrano in gioco il jazz, la canzone, l’opera classica, lo stile belcantistico, il madrigale. Il tutto con solisti, coro e orchestra che svolgono il ruolo in modo impeccabile, come tradizione di molti complessi anglosassoni.
Al Ravenna Festival, dove il lavoro è arrivato in prima italiana, il compito è stato affidato all’Opera North che è di base a Leeds con la coproduzione della Welsh National Opera. Forse il fatto di essere una compagnia inglese e non americana ha reso al meglio il mix di passato e presente alla base del testo scritto da Bella e Samuel Spewack. Kiss Me, Kate è un esempio di teatro nel teatro dove attori e tecnici stanno allestendo una Bisbetica Domata di William Shakespeare con la finzione e la realtà che si intrecciano continuamente tra elementi romantici e comici. Una commedia dell’arte in stile Broadway di grande efficacia. Veniamo alla compagnia che raccoglie i già citati elementi del musical: citiamo i protagonisti Stephanie Corley (soprano nel ruolo di Lillli Vanessi/Kate) e Quirijn de Lang (baritono, Fred Graham/Petruchio) Zoe Rainey (mezzosoprano, Lois Lane/Bianca), Alan Burkitt (tenore e autore di un eccezionale assolo di tip tap in Bill Calhoun/Lucrezio). Ma ci piace sottolineare la prova collettiva dell’intera compagnia per uno spettacolo concluso in mezzo all’entusiasmo.
Michele Manzotti
Tagged Cole Porter, Opera North, Ravenna Festival