Nigel Kennedy - Kennedy Meets Gershwin – Warner Classics
La stella di Nigel Kennedy ha scelto di dare una veste da camera al suo omaggio dedicato a Gershwin. La lettura dei grandi classici ha infatti un’ispirazione ben precisa, quella dell’Hot Club de France con il suono caratteristico del violino di Stephane Grappelli accompagnato da quello della chitarra di Django Reinhardt. Il rapporto paritario della formazione storica viene qui sbilanciato (ovviamente) a favore dello strumento ad arco. Kennedy infatti sviluppa la tradizione e la trasforma secondo un gusto contemporaneo. Inoltre gli standard sono spesso ispirazione per creazioni originali, come nel caso di Summertime seguita da Time. L’anima swing non manca anche se riveduta e corretta come in Rhapsody in Claret & Blue e in Oh, Lady Be Good! con un finale jam che vira su boogie woogie. C’è anche l’esordio al pianoforte in They Can’t Take That Away From Me, ma soprattutto c’è una ricerca di sfumature violinistiche comunque rispettose dell’originale.
Marcotulli / Tommaso / Paternesi – Around Gershwin – Parco della Musica Records / Egea
Ci spostiamo in Italia approfittando della bella realtà del Parco della Musica Records che è riuscita ad aggiudicarsi un trio di lusso. Due professionisti di lungo corso come Rita Marcotulli (pianoforte) e Giovanni Tommaso (contrabbasso) si accompagnano a un batterista emergente come Alessandro Paternesi per rileggere i classici del compositore. Non si tratta di un esercizio di stile ma di un vero e proprio lavoro di ricerca per ottenere sonorità nuove da spunti melodici conosciuti. Gli arrangiamenti di Tommaso sono recepiti con convinzione dai due colleghi per dare all’ascoltatore momenti di piacere puro. Confessiamo di avere un debole per il pianismo elegante e mai sopra le righe di Rita Marcotulli che apprezziamo in Un italiano a Parigi, Rotating Rythm, mentre segnaliamo il lavoro di Paternesi in S.O.S. e How Long Has This Been Going On e quelo di Tommaso in Wintertime e nell’iniziale But Not For Me. Soprattutto sottolineiamo come questo non sia un incontro fortuito fra tre musicisti quanto un vero e proprio trio.
Michele Manzotti
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