www.manchesterfolkfestival.org.uk
www.englishfolkexpo.com
www.efdss.org
I delegati dell’English Folk Expo hanno avuto la fortuna di assistere a due showcases di livello in una cornice particolare, quale quella del People’s History Museum che raccoglie le testimonianze della rivoluzione industriale e politica della città dalla fine del XVIII secolo. Ad aprire la sessione mattutina, sotto l’egida dell’English Folk Dance & Song Society, un trio che viene da Norwich, Alden Patterson and Dashwood. Voci in armonia, violino, chitarra e dobro sono gli elementi che caratterizzano il suono della formazione, che sceglie di dare un’impronta personale alla musica tradizionale inglese senza dimenticare quella di Oltreoceano. Una proposta fresca e di grande interesse con brani misti, strumentali e a cappella. Ricordiamo The Time Song, Bonnie Blue Eyes, Ten Thousand Miles. https://aldenpattersonanddashwood.com Pagina Facebook Alden Patterson and Dashwood
A chiudere la mattinata un’eccellente musicista proveniente dallo Yorkshire, Bryony Griffith. Presentandosi da sola sul palco, ha mostrato la qualità della sua tecnica violinistica grazie al repertorio del suo album Hover, composto da brani tradizionali per violino solo. Un disco che ha ricevuto 5 stelle a fRoots e quattro da Mojo: riconoscimenti meritati perché l’artista riesce a catturare l’attenzione con tradizionali, Morris Dances e gighe. E quando si convince a tirare fuori la voce lo fa con grandissima musicalità e grinta. bryonygriffith.com
Conosciamo Blair Dunlop da tempo, ancora prima che vincesse il Premio Ciampi 2014. Ascoltarlo durante il festival è stata però una sorpresa per vari motivi. Primo perché si è presentato nella versione in trio, almeno per noi inedita. Poi perché il repertorio dell’album Notes from an Island mostra un artista dalla scrittura felice e matura che si è definitivamente lasciato alle spalle un’impronta di folk tradizionale che era molto forte (non poteva essere altrimenti dato che è il figlio di Ashley Hutchings). Se fosse un musicista di Oltreoceano gli daremmo l’etichetta country rock senza problemi, ma forse è riduttiva anche in questo caso. Bello il set con brani convincenti quali Sweet On You, I Do, Wed to Arms. blairdunlop.com Pagina Facebook Blair Dunlop
Un’altra figlia d’arte è salita subito dopo sul palco: Eliza Carthy ha presentato il suo progetto Wayward Band con molti strumentisti al suo fianco. Un progetto che per quantità di suono ci ha ricordato l’esperienza Bellowhead o, pensando ad altri mondi, quella degli Arcade Fire. Non la qualità creativa: pur nella bravura strumentale di tutti ci è parso mancare un’idea di fondo che desse senso compiuto alla proposta. www.eliza-carthy.com
Tutt’altra atmosfera si è respirata con i gallesi 9Bach, vincitori dei Bbc Folk Awards 2015 in casa a Cardiff. La formula non cambia: testi in gaelico, cellule melodiche ripetute più volte, elementi di elettronica e di rock inseriti in un’anima che resta popolare. Farewell era il brano con cui salutarono il pubblico di Cardiff tre anni fa insieme a un coro maschile. Anche in versione da band di sei elementi il pezzo funziona: sia gli originali, come Here we Are, sia i tradizionali, come So They Say, confermano la bontà della ricerca sonora e la conferma di un progetto musicale. www.9bach.com Pagina Facebook 9Bach
Michele Manzotti
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