(Produzione indipedente / Materiali Sonori)
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C’era una volta una donna di nome Rosa. Una donna di Sicilia, passionale e orgogliosa come la sua terra. Rosa amò due mondi, la Trinacria e la Toscana. Conobbe il dolore perfetto e lo trasformò in rabbia. E la rabbia diventò arte, musica. La cantastorie Rosa Balistreri (1927-1990) torna a Firenze, città d’adozione, in un viaggio ideale, nella retrospettiva di un disco. Come in un’analisi freudiana, alla ricerca del tempo perduto, Fabio Balzano fa riemergere la “Rabbia Rosa”. Si tratta del progetto discografico nato da un’idea dello stesso cantautore fiorentino, legato da un profondo legame familiare con la Balistreri, che ha riunito intorno a sé un gruppo di eccellenti strumentisti: Riccardo Brizzi (batteria e percussioni), Michele Mingrone (chitarra elettrica) e Gabriele Savarese (violino, chitarra flamenca). “Quannu iu moru/cantati li me’ canti/nun li scurdati/cantati pi l’antri (quando morirò/cantate i miei canti/non li dimenticate/cantateli per gli altri)”, così cantava Rosa Balisteri nel suo ultimo canto e quell’invito è diventato ispirazione profonda nel ripensare, riscrivere e riarrangiare il suo repertorio, seguendo il filo rosso della sua passionalità nel denunciare le contraddizioni della sua terra, le condizioni di vita delle donne, dei contadini e dei carcerati, lo sfruttamento dei lavoratori, la mafia e la corruzione. Registrato presso il Boomker Studio di Firenze da Federico Cioni e Matteo Marliani, il disco raccoglie sette brani, frutto di un rigoroso lavoro di ricerca sulle registrazioni storiche effettuate dalla cantante siciliana per il Tauro Record e Cetra Folk, che nel loro insieme disegnano un ideale viaggio nella memoria alla riscoperta di un patrimonio culturale di valore inestimabile. Dal punto di vista musicale l’album si caratterizza per eleganti arrangiamenti dal moderno côté sonoro, che partendo dall’utilizzo di strumenti contemporanei, incrociano ed attraversano sonorità differenti dai Balcani ai suoni del Mediterraneo, dal rock alla roots music.
Laura Tabegna
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