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Recensioni

Richard Thompson, opening act Joan Shelley, Opera House, Manchester, 21 ottobre 2018

22 ottobre 2018 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

www.richardthompson-music.com

Foto concessa da ufficio stampa Geomusic

Richard Thompson fa parte di quella schiera di musicisti di grande professionalità e di livello eccelso da un punto di vista tecnico e creativo che non si finirebbero mai di ascoltare. Due anni fa Thompson venne in Italia per un tour acustico con solo chitarra e voce, mentre per il suo nuovo album 13 Rivers i concerti sono stati pensati per la formazione elettrica in trio (in alcuni brani quartetto). Nell’ambito del tour inglese partito da Liverpool con la conclusione fissata a Woking, la tappa all’Opera House di Manchester era posta a metà, perfetta per ascoltare un concerto già rodato senza che potessero sorgere momenti di stanchezza o routine (anche se dubitiamo fosse potuto succedere nel caso di questo artista). Inoltre in questa formazione c’è un punto di forza quale il batterista Michael Jerome, molto più di un comprimario, che unisce rigore e fantasia come pochi ponendosi come base solida per ogni brano. Dopo il set acustico della brava Joan Shelley, che viene dal Kentucky ma che propone sonorità tipiche del folk britannico, il concerto di Thomspon si apre subito con due brani di 13 Rivers, ovvero Bones of Gilead e Her Loves Was Ment For Me. La storia musicale del musicista è comunque troppo vasta per non pescare nel repertorio che molti conoscono. Ecco infatti comparire due momenti dei Fairport Convention, come la celeberrima Meet On The Ledge e la meno eseguita dal vivo Tales in The Hard Times. O il classico Tear Stained Letter, posta a fine set prima dei bis, la sempre sorprendente Guitar Heroes con Thompson che sfodera vari stili musicali, l’acustica Beeswing fino a 1952 Vincent Black Lightning. Un modo anche per bilanciare l’atmosfera più dark di 13 Rivers, un album elettrico e pieno di introspezione. La bravura chitarristica di Thompson è come un vino d’annata: la qualità cresce con il passare degli anni ed è sempre un piacere avere la possibilità di ascoltare. Per la gioia di un pubblico motivato e in vena di festeggiare un’icona della musica britannica.

Michele Manzotti

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