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Foto in alto Gianni Grandi, foto centrale Giovanni Bandera
Anthony Paule con la sua orchestra tornano in Italia, una volta tanto in pieno inverno. L’ensemble del chitarrista con Wee Willie Walker sarà infatti in residenza a Orvieto al ristorante San Francesco oltre che al Palazzo dei Sette durante Umbria Jazz Winter dal 28 dicembre 2018 al 1 gennaio 2019. Con lui abbiamo parlato di come si è consolidata la sua presenza a Porretta Soul, diventandone l’architrave musicale accompagnando i cantanti che si alternano sul palco.
E’ dal 2013 che il gruppo rappresenta una forte base per Porretta. Tanti musicisti che vanno e vengono ma il cuore è sempre molto solido. Come è stato riuscire a tenere questo progetto per un tempo così lungo?
Sono almeno dodici anni che la band è in attività suonando musica soul. Tutti sono cambiati, ad eccezione del tastierista, comunque mi considero fortunato. Quando qualcuno se ne è andato per fare altre esperienze ho sempre trovato un sostituto e ogni volta il gruppo è diventato sempre più forte.
Hai inventato un modello in cui ogni musicista viene, in cui sa cosa deve fare e lo fa?
E’ uno stile ben preciso, il focus del gruppo quello di interpretare la musica soul tradizionale. Ho iniziato con il cantante Frank Bey giusto per fare qualche concerto. Un amico mi propose di registrare un’esibizione dal vivo: all’inizio non ero d’accordo poi ho ascoltato il risultato e mi è piaciuto molto. Ne è nato un cd che ho mandato alla direzione artistica di Porretta. Con Graziano Uliani è nata poi l’idea di essere la band residente del festival.
La preparazione quando inizia? Dovete eseguire tantissimi brani in tre sere per accompagnare gli artisti oltre alla vostra esibizione
Sono tanti brani, oltre 80 canzoni. A novembre e dicembre dell’anno precedente mi metto in contatto con il festival. Uliani mi fa sapere quali artisti saranno presenti a luglio e il tipo di repertorio. E’ un lavoro importante, perché talvolta passano i giorni e ancora non so quali brani dovranno essere preparati. In alcuni casi i pezzi li conosco a maggio.
E’ un problema anche per le prove?
Non le facciamo fino a quando non arriviamo in Italia. Non puoi provare un brano senza il cantante: la registrazione della canzone ci arriva prima, ma ci siamo anche trovati con canzoni che poi sarebbero state interpretate in modo completamente diverso. Il nostro tastierista Tony Lufrano comincia a preparare gli arrangiamenti sin da febbraio. La mia borsa è piena di musica: è un grosso lavoro, ma ogni anno ce la facciamo!
Wee Willie Walker and The Anthony Paule Soul Orchestra – After a While
Quando recensimmo il disco della Bey Paule Band concludemmo spiegando che il suono era un approdo sicuro per coloro che rimpiangevano l’esperienza Blues Brothers. La presenza di Wee Willie Walker alla voce, e sicuramente l’esperienza di Porretta, hanno fatto in modo che Anthony Paule virasse decisamente verso il soul tanto da mettelo in evidenza nel nome dell’ensemble. Una combinazione perfetta delle due personalità, oltre che degli elementi del gruppo, porta a un ascolto del disco senza stanchezza dall’inizio alla fine. Anzi, ci sono delle punte di eccellenza negli originali che possono diventare un marchio di fabbrica del gruppo e di un soul contemporaneo e tradionale al tempo stesso. Citiamo la splendida ballata della traccia titolo, l’iniziale Second Chance, Thanks for The Dance con innesti latini, il jump di I Want To Know, il funky di The Willie Walk. Tra le riproposte citiamo Romance in The Dance, e la lenta Your Good Thing (Is About To End) posta nel finale. Fiati e ritmica di altissimo livello e un dico must per chi ama la black music.
Tracklist
1 Second Chance
2 After A While
3 I Don’t Want To Take A Chance
4 Romance In The Dark
5 Hate Take A Holiday
6 Thanks For The Dance
7 If Only
8 Cannot Be Denied
9 Look What You’ve Done To Me
10 I Don’t Want To Know
11 The Willie Walk
12 Lovey Dovey
13 Your Good Thing (Is About To End)
Michele Manzotti
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