Era la prima volta che si presentava in Italia. Per farlo ha scelto la formula del duo con un italiano trapiantato in Irlanda, paese dove anche lei ha scelto di vivere. Inoltre c’è voluta la sensibilità del FolkClub di Torino per intercettare questa artista che è stata prodotta da T-Bone Burnett e che ha collaborato con Elvis Costello e Marcus Mumford. Rhiannon Giddens, già fondatrice dei Carolina Chocolate Drops, ha presentato nella sala torinese un programma composito che ha dimostrato come il folk sia un genere trasversale per tempo storico e spazio geografico. Molto del merito è dovuto anche alla figura di Francesco Turrisi, a percussioni, pianoforte e fisarmonica, che ha affiancato Giddens con la sua mediterraneità contaminata in questo viaggio. Un’ operazione rischiosa, dato che poteva rivelarsi un esercizio intellettuale, ma che si è risolta con la passione unita alla professionalità.
Nell’appuntamento, tutto esaurito da giorni, la musica dei Monti Appalachi (Wayfering stranger, Little Margaret) e dei messicani del Texas si è unita con i ritmi del sud Europa la pizzica salentina grazie alla prassi dei Minstrels Shows che facevano tappa nelle cittadine americane del XIX secolo. Il banjo (riproduzione di un esemplare del 1853), la viola e il violino all’ottava di Rhiannon Giddens si sono inseriti in questo repertorio senza alcuni sforzo. Anzi, l’artista americana ha mostrato di sentirsi a proprio agio sul palco e in mezzo a un pubblico attento e rispettoso oltre che entusiasta. Infine, ma non ultima, una voce autorevole, dal registro ampio, melodica e virtuosistica (come nel brano popolare irlandese a fine concerto) dove il folk incontra il soul. Il fuori programma inaspettato (E se domani dal repertorio di Mina) ha chiuso una serata trionfale. Restiamo in attesa del disco del duo (There is no other, annunciato dal palco) che dovrebbe uscire nel maggio prossimo.
Michele Manzotti
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