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Recensioni

Angelo Branduardi, Teatro alle Muse, Ancona, 29 marzo 2019

30 marzo 2019 by Marco Sonaglia in Concerti, Recensioni

www.angelobranduardi.it

Foto (c) Daniele Ferretti www.danieleferretti.it

Gli anni passano per tutti, ma artisti come Angelo Branduardi, riescono ancora a rendere la musica, qualcosa di magico. Il musicista sta portando in giro il suo “The Hits tour”, che tra le altre tappe ha toccato Ancona e il suggestivo Teatro alle Muse. Con la sua consueta maestria, Branduardi, ha regalato un ottimo spettacolo, grazie anche alla collaudata e raffinata band, che da qualche anno lo accompagna: Antonello D’Urso (chitarre), Stefano Olivato (basso, contrabbasso elettrico, armonica a bocca), Fabio Valdemarin (pianoforte, tastiere,fisarmonica) e Davide Ragazzoni (batteria e percussioni). Un palco molto semplice, con un gioco di luci ben adeguato alle atmosfere dei brani. Si comincia con “Si può fare”, poi Branduardi augura buon concerto, leggendo la poesia “Il violinista di Dooney” di William Butler Yeats. Si prosegue con “ Gulliver” e “la serie dei numeri”, il pubblico è molto caldo e seguono applausi lunghissimi dopo i brani. Poi un trittico tratto da “L’infinitamente piccolo” : “Cantico delle creature”, “ Il sultano di Babilonia e la prostituta” e “ La predica della perfetta letizia”. Branduardi racconta, in modo molto ironico, come è nato questo disco, che risulta essere uno dei più venduti della sua produzione. Dopo la parentesi “francescana”, arriva una versione molto cupa di “Ballo in fa diesis minore”, accompagnata dal consueto battito di mani del pubblico e dall’immancabile battuta sui metallari, che amano la sua musica. Branduardi con il suo fedelissimo violino, si cimenta in un brano solista, tutto strumentale “Cadenza”, usando una loop station per creare l’intreccio dei vari temi musicali.

“Lord Franklin” è una bellissima ballata inglese, del periodo elisabettiano, che racconta il viaggio di esplorazione artica del capitano Sir John Franklin e della sua scomparsa. L’atmosfera si è fatta magica e in questo momento il concerto raggiunge la massima intensità. Spunta uno sgabello, Branduardi abbraccia la chitarra classica e dallo scrigno del passato, escono: “La luna”, “Il ciliegio” (in nuovo bellissimo arrangiamento) e “Il dono del cervo”. Si rimane nel classico con “Alla fiera dell’Est” e “La pulce d’acqua”, il teatro esplode in un trionfo di entusiasmo e Branduardi si congeda dal pubblico. Ma c’è ancora tempo per due bis: una tiratissima “Cogli la prima mela” e “ Vanità di vanità”. Il menestrello sembra quasi meravigliato di questo grande successo e commosso ringrazia dell’affetto. A parte qualche sbavatura qua e là, un concerto di grande impatto, curato attentamente nei minimi dettagli.

Marco Sonaglia

La scaletta del concerto

Si può fare

Gulliver

La serie dei numeri

Il cantico delle creature

Il sultano di Babilonia e la prostituta

La predica della perfetta letizia

Ballo in fa diesis minore

Cadenza

Lord Franklin

La luna

Il ciliegio

Il dono del cervo

Alla fiera dell’Est

La pulce d’acqua

BIS

Cogli la prima mela

Vanità di vanità

 

 

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