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Interviste

Francesco Piu: “Da solo, al cospetto di John Mayall”

19 marzo 2019 by Michele Manzotti in Interviste

www.francescopiu.com

Avrà l’onore di aprire per le date italiane di John Mayall dal 22 al 30 marzo (info www.barleyarts.com). Ma stavolta l’onore è nostro dato che Francesco Piu è un ospite fisso del nostro programma radio grazie al suo ultimo album, Iniziamo a parlare con il bluesman sardo proprio di questa incisione,

Come nasce The Cann O’Now Sessions?

Fondamentalmente deriva all’album in studio Peace and Groove che è stato inciso nel 2016. Ha avuto un ottimo riscontro con tante recensioni positive. Questo ha portato l’etichetta Appaloosa a progettare un apposito disco per il Record Store Day del 2018, quindi ho radunato tutta la band e che ne siamo andati in campagna, vicino alle vigne, a registrare quelle sessioni.

Quando ha avuto la notizia che avrebbe aperto per John Mayall?

L’ho saputo due mesi fa e più o meno per me è un ritorno al passato. Al primo vinile di cui ho un ricordo, il Jazz Blues Fusion. Su quel disco ho provato a fare le mie prime scale pentatoniche con la chitarra. Poi ho già aperto per un suo concerto: era il 2004 al Narcao Blues Festival in Sardegna.

Ha avuto modo di conoscerlo?

C’è stato tempo per una stretta di mano e un autografo. Però le date di questo tour sono otto e forse ci sarà modo di parlare un po’ insieme.

Come si presenterà sul palco?

Sarò da solo, one man band con la mia chitarra acustica. E sarò sicuramente emozionato dato che aprirò un concerto di un artista internazionale come lui.

Dalla sua isola sono venute fuori molte realtà blues interessanti. Secondo lei come mai?

Confermo, è una bella scena blues quella della Sardegna, e sinceramente non so per quale motivo è così affine al Delta del Mississippi. Per due anni consecutivi gruppi e musicisti sardi, Don Leone e Vittorio Pitzalis hanno rappresentato l’Italia al Blues Challenge di Memphis. Ma penso anche a Irene Loche, Andrea Cubeddu e ad altri che hanno realizzato ottime produzioni discografiche. Come nel resto d’Italia ormai è stata acquisita la maturità che non ci fa scimmiottare il mondo anglosassone ma porta a proposte musicali coerenti e personali.

 

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