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Anche il secondo giorno di Jazzahead è basato sugli showcase che si allargano alla scena dell’intero continente europeo. Fortunatamente è presente anche l’italia con Giovanni Guidi e il suo quintetto (nella foto in alto). Avec le Temps è il nome del progetto che ha trovato il suo sbocco discografico per Ecm. Un lavoro ispirato alla figura del cantautore e poeta Léo Ferré dove la ricerca melodica nei brani originali di Guidi è molto importante per arrivare a un risultato di grande fascino, grazie alla riconosciuta classe del pianista ben supportato dai musicisti. Una bella impressione è quella lasciata dal trio lussemburghese Reis Demuth Wiltgen del cui disco avevamo già parlato. L’intesa fra i tre è solida con il pianista a lanciare le idee e la ritmica che contribuisce a riempirle di contenuti. Giovani e pieni di ritmo sono i giovani del combo franco-statunitense Ajoyo. Un repertorio gradevole che deve evolvere in una maggiore solidità. Di Elina Duni abbiamo apprezzato l’album Partir (Ecm) dedicato alla sua terra d’origine, l’Albania. Ora la cantante svizzera ha varato il progetto Aksham affiancata da quattro strumentisti della scena francofona fra cui il pianista Marc Perrenoud e il trombettista David Ehnco (nella foto sotto). Un progetto interessante, basato su brani originali, che a nostro parere non presenta ancora un suono omogeneo. Oltre alla voce di Duni segnaliamo il bel pianismo di Perrenoud che mostra di avere modelli importanti come John Lewis.
Il concerto di gala alla sala Die Glocke è tradizionalmente dedicato al paese partner di jazzahead! con artisti scelti dalla stessa nazione, in questo caso la Norvegia. Doppio set con il primo affidato alla tromba di Mathias Eick (foto (c) M3B GmbH Jens Schlenker/ Messe Bremen) e al suo quintetto in cui ha spiccato per tecnica e qualità interpretative il violinista Håkon Aase. Eick ha dimostrato l’eccellenza della sua proposta fatta nel segno del recupero del folk norvegese, dell’innesto dell’elettronica, del trattamento dei temi. Il tutto con grande equilibrio e un suono che risulta di grande fascino.
L’esperimento Trail of Souls è invece tutto da mettere a punto: la collaborazione tra la cantante jazz d’avanguardia Solveig Slettahjell, il chitarrista blues Knut Reiersud e il trio In the Country è nata con l’intenzione di viaggiare attraverso i generi. Ma non è giunta all’obiettivo di trovare una sintesi tra essi, dando l’impressione di navigare a vista. A loro merito va riconosciuta molta onestà nell’affrontare questo repertorio, e non possiamo che augurare buon lavoro per arrivare a un risultato più convincente.
Michele Manzotti
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