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Beppe Gambetta & Friends, Acoustic Night 19, Teatro della Corte, Genova, 10 maggio 2019

11 maggio 2019 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

www.beppegambetta.com

Foto in alto e in fondo (c) Michael Schlueter, le altre (c) Giovanna Cavallo

C’è una differenza importante tra l’Acoustic Night 19 e quella dell’anno passato. Nel 2018 l’appuntamento curato da Beppe Gambetta era dedicato a Fabrizio de André, e di conseguenza si avvertiva la tensione di rendere in modo originale la musica di un autore di livello eccelso. Una tensione che si era risolta in un risultato (e in un successo) straordinario. Stavolta lo stesso risultato è stato raggiunto grazie a una direzione differente. Beppe Gambetta si è calato nuovamente nei panni di folksinger affiancato da tre musicisti dagli Stati Uniti, che hanno interagito sullo stesso terreno sonoro. E se l’operazione poteva sembrare sulla carta meno attraente rispetto a quella del 2018, è bastato il pubblico di Genova a smentirlo. Il Teatro della Corte era pieno, così come nella precedente occasione a testimonianza di un’attenzione e una civiltà musicale che rappresenta un unicum nel panorama nazionale.

Il tema dell’Acoustic Night 2019 era focalizzato sulle città della musica che in questo caso erano Boston, Nashville e New York affiancate a Genova. A rappresentarle erano rispettivamente Laura Cortese, Tim O’Brien e Jefferson Hamer. Lo spettacolo prodotto e realizzato da Gambetta e da Federica Calvino Prina (con i quadri di scena di Sergio Bianco) segue un format collaudato con il cantautore a fare anche da maestro di cerimonie. In repertorio brani originali ma anche pezzi iconici delle città protagoniste dello spettacolo, Dei tre musicisti statunitensi ci piace ricordare per prima, e non solo per cavalleria, Laura Cortese. Cantante e violinista che spesso si esprime con le corde del suo strumento pizzicate o utilizzate come quelle della chitarra per produrre accordi, dimostra di avere una bella scrittura che su disco concretizza con la formazione Dance Cards. Basti citare le proposte sul palco come Stockholm e California Calling.

Tim O’Brien è invece un polistrumentista che si è distinto come solista, sessionman e compositore. Collaboratore di nomi quali Mark Knopfler, O’Brien ha mostrato un mestiere solido e un’ottima capacità di interagire con i compagni di palco, nel quale è salita anche la moglie Jan Fabricius per le armonie vocali. Infine, ma non ultimo, Jefferson Hamer ha avuto l’onere di rappresentare una città complessa come New York: componente dei Session Americana (che però hanno base a Cambridge in Massachusetts), chitarrista e mandolinista, ha presentato brani originali di livello come Vagabond e Champlain. Per quanto riguarda i brani iconici Cortese ha proposto Carolina in my mind di James Taylor in una versione per due violini e voce di grande fascino, O’Brien ha presentato Folsom Prison Blues di Johnny Cash, mentre Hamer ha interpretato con classe The Boxer di Paul Simon.

Un discorso a parte va fatto per il padrone di casa. Gambetta è perfettemente a suo agio in questa formula proponendo scelte musicali azzeccate e coerenti con lo spirito della serata. Tra le sue proposte i brani dell’ultimo Short Stories (la verdiana Vergine degli Angeli e Randall Collins) e ben tre brani iconici in omaggio alla città: Vedrai Vedrai di Luigi Tenco, scelto insieme ai suoi ospiti e due pezzi di Ivano Fossati, con quest’ultimo presente in platea. Questi posti davanti al mare e soprattutto La musica che gira intorno in versione country folk hanno confermato ancora una volta quanto Genova abbia dato alla musica italiana. Una testimonianza importante da parte di un musicista da poco insignito come “ambasciatore della città”. Riconoscimento inevitabile grazie al rispetto che il pubblico di casa dimostra a ogni Acoustic Night.

Michele Manzotti

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