(Goodfellas)
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L’impressione è quella della nebbia che si dirada. Una patina dalla quale spuntano immagini dai contorni sempre più nitidi. Solo che qui non dobbiamo ammirare immagini, quanto suoni che si scoprono dietro un’atmosfera che può apparire nebulosa. Una sensazione creata ad arte da Mirco Mariani, anima romagnola, già Mazapegul e Saluti da Saturno, impegnato part time nell’esperienza Extraliscio e sessionman di lusso con Vinicio Capossela e Pacifico. Il Labotron, il suo rifugio, non è uno studio di registrazione in senso stretto, quanto un tempio-museo dove troneggia, primus inter pares, il mellotron. Tutto questo lungo preambolo per introdurre il progetto Fwora Jorgensen dedicato al cinema del finlandese Aki Kaurismäki. L’atmosfera del disco è proprio legata ai suoni prodotti nel Labotron che ci portano in una Finlandia immaginaria che confina con la Romagna delle spiagge e del Passatore. Un freddo apparente, introdotto dal vento, fatto di arrangiamenti elettrici che non scompare del tutto, ma convive in equilibrio sorprendente con il calore della voce e delle melodie. Entrambi sono punti di forza della scrittura di Mariani che al di là degli ospiti (come Mauro Ermanno Giovanardi e Francesco Bianconi alla voce e il Maradona del sax Fiorenzo Tassinari), mostra di essere padrone di ogni singolo brano. Ci piace ricordare l’iniziale Il bacio rubato, la ballabile All’ombra del gabbiano, Cavallo bianco, e la combinazione armonia/melodia di Come foglie. Il disco è da tenere in seria considerazione per i best del 2019, anche per il grande lavoro strumentale in un cantautorato che sa guardare avanti.
Michele Manzotti
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