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Un’appendice estiva di un tour trionfale che nei mesi scorsi ha toccato l’Italia. Sono ormai quattro decadi che il musicista inglese Joe Jackson regala il suo songbook ai tanti fan che apprezzano il suo stile elegante con il quale ha creato canzoni di successo dalla fine dei Settanta a oggi. Jackson sarà al Teatro Romano di Fiesole lunedì 22 luglio (inizio ore 21).
Lei ha suonato nei mesi scorsi in Italia in occasione del suo Four Decade Tour. Qual è la sua sensazione riguardo al nostro pubblico?
“Gli spettatori sono eccezionali. I problemi nel vostro paese li trovo nei luoghi dove si tengono i concerti. Ad esempio, nella collocazione di colui che cura i suoni al mixer. Spesso è nel peggior posto possibile in modo che non possa ascoltare i musicisti adeguatamente. CI sono state però ottime eccezioni come nel caso di Bologna”.
Come ha scelto il repertorio per questo tour? E ‘ stato complicato fare una selezione di brani in un catalogo vasto come il suo?
“Attualmente non è così difficile scegliere un mix di vecchie canzoni che la gente conosce e nuove che vorrei che conoscessero. La parte difficile è quella di riuscirci in uno spettacolo che non sia troppo lungo per gli spettatori, perché come lei ha detto che ne sono tante. Le cambiamo di sera in sera e il più delle volte sembra che funzioni”
Il modo di ascoltare la musica è cambiato negli ultimi anni: dai vinili ai cd fino allo streaming e alla produzione scaricata. Secondo lei questo fatto ha provocato un approccio differente alla scrittura da parte dei musicisti?
“Non posso parlare per gli altri artisti, ma niente è cambiato nel mio modo di scrivere e nella direzione in cui provo a fare musica nella maniera migliore possibile, perché questo è il solo metodo con il quale ne ho il controllo totale”.
Le sue canzoni sono basate sulla melodia. I testi sono scritti in un momento successivo o sono creati nello stesso momento con la musica?
“Per me è impossibile descrivere come scrivo una canzone, dato che io stesso non lo comprendo completamente. La canzoni partono da una sacco di posti differenti. L’aspetto più simile a un puzzle: puoi iniziare in un angolo, o nel mezzo. Oppure si può capire come due pezzi possano stare bene insieme e continuare ad andare avanti fino a che non diventi un’immagine completa”.
In tour aveva portato la storica drum machine per eseguire Steppin’ Out. Sarà sul palco anche a Fiesole?
“Se funziona ancora!”
Michele Manzotti
La scaletta del concerto
Alchemy
One More Time
Is She Really Going Out With Him?
Another World
Fabulously Absolute
Strange Land
Goin’ Downtown
Real Men
Invisible Man
It’s Different for Girls
Fool
Sunday Papers
You Can’t Get What You Want (Till You Know What You Want)
Ode to Joy
I’m the Man
Steppin’ Out
Got the Time
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