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Alessio Lega – Nella corte dell’Arbat
(Squilibri Editore)
Non era facile pubblicare un lavoro con le traduzioni delle canzoni di Bulat Okudžava e vincere una Targa Tenco nella categoria “interpreti”. Alessio Lega è riuscito a realizzare questa impresa con il disco “Nella corte dell’Arbat”. Non poteva che essere Lega, uno dei cantautori italiani più colti, da sempre amante delle traduzioni di cantautori provenienti da diverse pari d’Europa, a restituire a Okudžava la giusta importanza. Il cantautore russo è stata una delle grandi voci contro il regime, con un padre fucilato come traditore nel 1937 e una madre che passò venti anni nei gulag, cantando la sofferenza di un popolo, attraverso il folklore georgiano e armeno, con un gergo popolare, tipico degli abitanti dell’Arbat (un quartiere di Mosca). Il disco è diviso in quattro cicli; il ciclo della guerra (1/4), il ciclo di Mosca (6/10), Il ciclo dei poeti e dei musicisti ( 11/14), il tempo la morte la speranza (15/20), intervallati da tre brevi interventi parlati di Julia Dobrovolskaja, amica personale di Bulat. Nelle diciassette canzoni che compongono il disco, troviamo tutta la poetica del cantautore: il ghiaccio, gli scarponi, le fanfare , i morti e i sopravvissuti della guerra, il fascino di Mosca notturna, silenziosa, poetica tra un autobus blu e una piccola orchestrina, l’amore per Mozart e per i musicisti, i continui dilemmi che l’artista si pone. In queste canzoni scritte tra il 1957 e il 1988 possiamo ascoltare componimenti più ironici ( “Peccato però” e “Canzone dei pirati”), altri di grande intensità ( “Canzone georgiana”, ” Canzone per Mosca di notte”, ” la Perestrojka” e “tre sorelle”, già interpretata, ma con arrangiamento diverso, nel cd del 2008 allegato al libro ” canta che non ti passa”, oltre a storie e canzoni di autori in rivolta francesi, ispanici e slavi, uscito per stampa alternativa) o storie minime accompagnate spesso da melodie semplici, ma capaci di toccare le corde giuste del nostro cuore. Alessio Lega dimostra una maturità nel canto, capace di interpretare tutte le varie sfaccettature del repertorio di Bulat. Un disco che suona molto vero, naturale, con arrangiamenti essenziali, che si sposano perfettamente ai testi, grazie al fedelissimI compagni musicisti, che accompagnano in pianta stabile i lavori di Lega: Guido Baldoni (fisarmonica, pianoforte, armonium, glockenspiel, clavicembalo, cori), Rocco Rosignoli (chitarra, violino, mandolino, armonium, cori)) e Rocco Marchi (piano elettrico, organo, armonium, basso elettrico, cori). Notevole la confezione (come sempre succede per Squilibri) con un ricchissimo libretto di 48 pagine, con foto, prefazione di Gian Piero Piretto e postfazione di Claudia Zonghetti, disegni di copertina e controcopertina di Tim Kostin e Irene Kostin. Traduzione dei testi di Alessio Lega, con la collaborazione della slavista Giulia De Florio.
Giulia De Florio – Bulat Okudžava Vita e Destino di un poeta con la chitarra
Squilibri Editore
Pagine 125 , Prezzo 22 Euro
In contemporanea all’uscito del disco, sempre per Squilibri Editore, è uscito il libro (con cd allegato) di Giulia De Florio (docente di lingua e letteratura russa, traduttrice) dedicato a Okudžava. Un ottimo libro, veramente necessario, che ci aiuta ancora di più a capire questo piccolo grande uomo russo. Una narrazione avvincente dove si mescola la storia politica di un paese, dagli anni del terrore alla Perestrojka, con le vicende pubbliche e private del cantautore, mescolate ai testi delle canzoni e a brevi racconti. L’infanzia difficile con la separazione dai genitori, che sarà per lui un grande trauma, gli anni a Tbilisi dai nonni, l’arruolamento a 17 anni nell’armata rossa, il ritorno in Georgia ( dove completò gli studi), il ritorno a Mosca ,l’entrata nel partito comunista, i lavori come insegnante, in case editrici e in riviste, la sua attività di cantautore, spesso costretto a suonare clandestino o acclamato in giro per l’europa, l’intensa attività di poeta e scrittore di romanzi. Un’analisi accurata del personaggio, che gli restituisce la giusta dignità, anche grazie al cd allegato al volume. Qui troviamo due registrazioni: Il concerto al Club Tenco nel 1985 e un nastro da Mosca 1960/1967, pubblicato in Italia con I dischi del sole. Due documenti preziosi, specialmente la registrazione al Tenco, con tanto di traduzioni fatte sul palco, da Duilio Del Prete, prima di ogni esecuzione di Bulat. Il libro si apre con due lunghe introduzioni, una a cura di Sergio Secondiano Sacchi e l’altra a cura di Alessio Lega. Completa questo bel lavoro, una significativa galleria , con i bellissimi scatti di Roberto Coggiola, per anni la memoria fotografica del Tenco. La foto con Okudžava, Dave Van Ronk e Francesco Guccini, rende benissimo il clima di magia, che si creava sul palco, in quegli anni. Insomma un lungo viaggio tra canzoni di amore e di guerra, gulag, clandestinità, sovversivi, scritti poetici, concerti clandestini, anni duri d’affrontare, ma anche con la certezza che in fondo, in fondo: “Della speranza suonerà l’orchestra , di cui l’amore è il direttore”.
Alessio Lega – La nave dei folli Vita e canti di Ivan Della Mea
Agenzia X
Pagine 374, prezzo 16 Euro
Ivan Della Mea ci ha lasciato da dieci anni, in questi anni sono state poche le commemorazioni ad un’artista così puro. Ci ha pensato Lega a scrivere un libro che racconta la sua storia, con un volume di quasi quattrocento pagine. Un lavoro minuzioso, un lungo viaggio sulla ” nave dei folli”, tra pubblico e privato, che ci porta a scoprire sia l’uomo, che l’artista. Così conosciamo la triste e dura infanzia di Ivan: I tre anni al brefotrofio, i continui spostamenti tra collegi e convitti, il carcere minorile, i cambi di città, il difficile rapporto con il padre, l’odio per la Chiesa e la fede nel partito comunista. Poi c’è Ivan col suo carattere forte, timido in certi frangenti, sicuro in altri, dolce, solidale, divertente, testardo, il cantore del popolo, ma anche l’intellettuale. Veniamo catapultati in un passato e in mondo musicale che non c’è più, ma che è stato qualcosa di magico e significativo negli anni sessanta e settanta del nostro paese. Ecco che si racconta della nascita del nuovo canzoniere italiano, del Bella ciao a Spoleto, del folk festival di Torino , del Ci ragiono e canto, dei dischi del sole, delle edizioni avanti e di quei personaggi che hanno reso immortali quegli anni e quegli spettacoli: da Gianni Bosio e Roberto Leydi a Michele Straniero e Giovanna Marini. C’è spazio anche per la sua breve esperienza nel cinema, della sua attività di scrittore, di presidente del circolo Arci Corvetto a Milano. Un libro scritto con sapienza narrativa, ben curato: sia nel raccogliere le testimonianze, sia nel commentare attraverso le canzoni, la storia di Della Mea. In appendice i dischi, i libri e un ricco e interessante inserto fotografico. Insomma un libro imperdibile per scoprire a fondo un personaggio significativo della canzone politica e della cultura italiana e un sincero grazie ad Alessio Lega, per questo gioiellino.
Marco Sonaglia
Tagged Alessio Lega, Bulat Okudžava, Giulia De Florio, Ivan Della Mea, Squilibri