(Produzione indipendente)
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Quando il cd che ci si accinge ad ascoltare, con l’intento di scriverne le proprie impressioni, è quello di un amico, a volte si ha la tentazione di “passare la mano” e delegare altri. Il timore è quello di perdere la giusta obiettività di giudizio. Con Frontera, il nuovo album di Sergio Arturo Calonego, non ho avuto remore. Lui stesso mi ha tolto dall’imbarazzo iniziale, regalandoci otto tracce a sua firma, perfette. Frontera sancisce un nuovo inizio chitarristico. Dopo la Fender Stratocaster degli inizi, e la passione per Albert King, Jimi Hendrix e Stevie Ray Vaughan, Sergio si era infatuato della chitarra acustica, accordata in DADGAD, ottenendo grazie ad essa ottimi riscontri. La nuova svolta è rappresentata dalla chitarra classica, quindi con corde di nylon, pur mantenendo la succitata accordatura. L’uso della chitarra classica gli consente di ottenere maggiore dinamica, dolcezza dove richiesto, ma al contempo intensità sonora crescente, riuscendo nel difficile intento di trasmettere sensazioni, anche “visive”. Frontera va ascoltato preferibilmente in cuffia, senza distrazioni. Ogni brano ci permette di “viaggiare” e visualizzare delle immagini, dei paesaggi, ricavandone sensazioni rilassanti. Otto composizioni per sola chitarra classica che sanciscono la maturità dell’autore, che con Frontera ha raggiunto quello che è, per ora, l’apice della sua produzione. Sergio è un chitarrista di valore internazionale, dotato di una classe ed un gusto non comuni. Chi lo ascolta non può non rendersene conto, il suo essere schivo e troppo modesto, non vi tragga in inganno, e se vi capita la possibilità di vederlo in concerto, non lasciatevela sfuggire. Ne rimarrete affascinati.
Stefano Tognoni
Tracce
Dolcezza
Discovery
Blanca
Mani
Agadir
Pulsar
Benseguir
Frontera
Tagged chitarra, Sergio Arturo Calonego