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Recensioni

Keith & Julie Tippett, Genius Loci, Cenacolo di Santa Croce, Firenze, 27 settembre 2019

28 settembre 2019 by Michele Manzotti in Concerti, Recensioni

www.controradio.it

Foto di Eleonora Birardi da Ufficio stampa Genius Loci

Al termine del concerto Keith Tippett ha preso il microfono ringraziando il pubblico e ribadendo il suo amore per l’Italia. Certo, il pianista con la moglie Julie Driscoll aveva appena concluso la sua esibizione in una cornice di grande fascino quale è il Cenacolo di Santa Croce. Ma Tippett sa benissimo che è stato il nostro paese ad apprezzare in modo particolare la sua musica, andando indietro negli anni quando caratterizzò fortemente il jazz britannico grazie all’incontro con la scuola rock di Canterbury. Il suo Dedicated to You, but You Weren’t Llistening è ancora celebrato dagli appassionati a distanza di quasi cinquant’anni. Tippett non si è mai fermato nella sua ricerca musicale, sempre originale nel suono. Con Julie Driscoll ha presentato in esclusiva italiana, nell’ambito di Genius Loci a cura di Controradio Firenze, un lavoro basato sul dialogo tra piano e voce. Musicisti entrambi di lungo corso, Keith e Julie hanno evitato ogni contaminazione elettronica arricchendo però la loro esibizione con elementi acustici che passavano dalle corde del piano, a percussioni, testo cantato e recitato.

Un viaggio che ha voluto toccare varie atmosfere della musica popolare accanto a un’improvvisazione classica della prassi jazzistica. Percorsi che sono andati spesso verso oriente e che, grazie a pesi posti sulle corde del pianoforte, hanno evocato strumenti quali il liuto giapponese. La voce di Julie ha assecondato queste creazioni modulando con maestria la dinamica della voce, sempre elegante nonostante il passare degli anni. Una serata iniziata e conclusa dal suono di un carillon, in cui una musica apparentemente disordinata aveva invece un senso e una logica ben precisa. Le tante persone che hanno affollato il Cenacolo lo hanno compreso, festeggiando in maniera adeguata due icone della musica britannica.

Michele Manzotti