www.manchesterfolkfestival.org.uk
www.englishfolkexpo.com
www.efdss.org
www.showcasesscotlandexpo.com
La mattinata curata dall’English Folk and Dance and Song Society che ha sede alla Cecil Sharp House di Londra (introdotta da Katy Spicer) è iniziata con un artista straordinario. Thom Ashworth è cantante e bassista: con il suo basso acustico accompagna canzoni originali e tradizionali con classe. Voce baritonale di grande fascino, può ambire a traguardi importanti se ben supportato da una produzione dal vivo e da una buona distribuzione discografica. thomashworth.com
Anche la giovane violinista Nicola Beazley ha convinto per la sua proposta di abbinare il suono degli archi folk a una banda di ottoni, una prassi tipica del Nord dell’Inghilterra. Brani interamente strumentali tra originali e della tradizione sono eseguiti con freschezza e competenza. pagina Facebook nicolabeazleymusic
La mattinata si è chiusa con Damien & The Omen, un progetto cantautorale legato al suono tradizionale. Damien riprende le sonorità dell’Inghilterra orientale interpretandole con voce autorevole e una band solida. breakingtradition.co.uk
Il pomeriggio è stato invece dedicato ad artisti scozzesi alla Whirworth Art Gallery. Le danze sono state aperte da Ross Ainsle & Ali Hutton Symbiosis. Un gruppo basato su cornamuse, flauti e chitarre per una proposta interessante fatta di ballate e ritmi popolari. rossandali.co.uk
Brìghde Chaimbeul è arrivata sull’onda della vittoria nella categoria Horizon ai Bbc Folk Awards: un’artista coraggiosa che si presenta da sola con la bagpipe presentando un recupero prezioso dei suoni della propria terra. brichaimbeul.com
Anche i componenti del quartetto Gnoss riprendono l’anima musicale della propria terra contaminandola con il linguaggio cantautorale di oggi. Mostrano una bella vocazione a melodia e ritmo al tempo stesso promettendo bene per l’evoluzione futura del loro suono. gnossmusic.com
Finale con i Talisk, gruppo scozzese dell’anno nel 2017. Un trio caratterizzato da un virtuosismo che vuole catturare l’ascoltatore, un po’ troppo basato su dinamiche forti rispetto a sfumature melodico-armoniche. Rispetto alle altre formazioni hanno dimostrato quel pizzico di esperienza in più che li ha portati in tour in varie parti del mondo. talisk.co.uk
Abbiamo un debole per la bella musicalità dell’australiana Emily Barker. In duo con Marry Waterson ha presentato un programma dal classico suono acustico e Americana. Waterson, della famiglia protagonista del folk britannico, ha un approccio stilistico che ben si è adattato alle idee di Emily, anche se la simbiosi riteniamo possa essere ancora migliorata. Un’ora di buona musica conclusasi a cappella insieme al pubblico. emilybarker.com marrywaterson.com
Il breve set di Katie Doherty in trio con The Navigators ha mostrato un linguaggio da perfezionare. Può essere pop o folk, ma non una via di mezzo che non si è dimostrata efficace. Diamo tempo al trio di esprimere al meglio le proprie potenzialità. katiedoherty.co.uk
Finale di lusso con la coppia nella vita e nell’arte formata da Kathryn Roberts e Sean Lakeman, Il duo ha presentato un programma ben bilanciato fra tradizionali, originali e cover. Tra queste ultime ricordiamo Solo di Sandy Denny e Matamoros Banks di Bruce Springsteen, Il materiale proprio è costruito con gusto ed eseguito con maestria, con la chitarra di Lakeman che colpisce per la cantabilità nelle corde basse e per la vocazione al ritmo. Kathryn Roberts canta con autorevolezza nel suo registro medio. Vario anche il loro stile con momenti più legati ai linguaggi popolari e altri con il gusto del vaudeville (in The Poison Club abbiamo ascoltato la chiara influenza della beatlesiana Mr.Kite). Ottimo set per concludere la giornata. kathrynrobertsandseanlakeman.com
Michele Manzotti
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