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Recensioni

Francesco Corsi – Caterina

10 novembre 2019 by Michele Manzotti in Film, Recensioni

Biografico, durata 79 min.- Italia 2019 - Kiné

Se parlare di musica folk negli ultimi decenni è un fatto ormai naturale lo dobbiamo a personaggi come lei. Caterina Bueno contribuì moltissimo alla diffusione della musica popolare anche per la grande attività di ricercatrice: aveva, come lei stessa ammise, “messo a soqquadro” le biblioteche della sua Firenze per poi partire a bordo di una scassatissima 500 portandosi dietro un ingombrante registratore a nastro. Dodici anni dopo la sua scomparsa un film biografico dedicato a lei è stato presentato in anteprima a La Compagnia nell’ambito del Festival dei Popoli. “Caterina”, scritto e diretto da Francesco Corsi sarà poi distribuito nelle sale dal febbraio 2020. I grandi meriti di Caterina Bueno risalgono agli anni Sessanta: oltre al beat erano anche gli anni dei primi studi sul lessico musicale popolare. Nel 1965 uscì il libro “Le canzoni della cattiva coscienza” a cura del gruppo Cantacronache (Fausto Amodei, Sergio Liberovici e Michele Straniero) in cui l’ opposizione alla canzonetta è espressa come ragione intellettuale.

E in questa atmosfera che la giovanissima Caterina Bueno scoprì il suo amore per la musica popolare, che sviluppò poi grazie alla voce dai toni scuri e da una grande personalità. Corsi recupera il doppio aspetto dell’artista e della ricercatrice. Le immagini che il regista ha recuperato riguardano infatti alcuni di quei viaggi in 500 alla fine dei quali faceva cantare gli abitanti delle campagne trascrivendo poi testi e musiche riempiendo anche taccuini di tanti appunti. Per quanto riguarda l’artista ci sono pezzi di televisione in bianco e nero, compresa un’intervista fatta da Ruggero Orlando a Caterina in tour a New York, e a colori. Tra i brani più noti quell”Italia bella mostrati gentile” scritta a fine Ottocento quando l’Italia era un paese di emigrazione e “Il grillo e la formica” interpretata oggi da un gruppo di musicisti in un cimitero. Oltre alle testimonianze di Giovanni Bartolomei, Giovanna Marini, Jamie Marie Lazzara, Andrea Fantacci, Alberto Balia, Valentino Santagati, c’è anche quella relativa all’eredità dei brani, impersonata da una formazione musicale senegalese con una rilettura che trascende luoghi e tempo. Un tassello importante per conoscere meglio un’artista scomparsa troppo presto.

Michele Manzotti

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