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Vinicio Capossela ha iniziato da un mese, il tour promozionale di “Ballate per uomini e bestie”, premiato come disco dell’anno con la prestigiosa targa Tenco. In un piovoso venerdì di novembre, Capossela in splendida forma, ha incantato il caloroso e partecipe pubblico del teatro alle Muse di Ancona. Come da tradizione ogni concerto è preparato con assoluta precisione, senza trascurare alcun dettaglio, a cominciare da un’ottima band formata da: Alessandro Asso Stefana (chitarre), Niccolò Fornabaio (batteria), Andrea La Macchia (basso, contrabbasso, violoncello), Raffaele Tiseo ( violino e organo) e Giovannangelo De Gennaro (aerofoni). Il pubblico viene catapultato in uno spettacolo magico e avvolgente, sorretto da un sound che mischia elettronica, folk, rock e suoni classici, da un gioco di luci molto suggestivo, da tre grandi pannelli nei quali vengono proiettate le immagini inerenti alle canzoni e naturalmente dall’istrionico Capossela sempre pronto a trasformarsi ad ogni pezzo con i suoi innumerevoli cappelli, maschere e vestiti di scena, coinvolgendo in alcuni momenti anche i musicisti.
Una scaletta incentrata in buona parte sull’ultimo album, che ascoltato dal vivo si fa anche apprezzare di più. Ritmi molto serrati all’inizio del concerto, in brani come “Uru” a “ Danza macabra”, fino ad arrivare a “Il testamento del porco”, dove Capossela ricorda che un po’ di sano punk-rock nella terra dei Gang, non ci sta male… Molto intense le esecuzioni de la “Ballata del carcere di Reading” (presa da Oscar Wilde) , “La belle dame sans merci” ( tratta da una poesia di John Keats), “La giraffa di Imola” e “Di città in città ( … e porta l’orso) “. Non sono mancati ripeschaggi da vecchi dischi come “Marinai, profeti e balene” e i fortunatissimi “ Canzoni a manovella” e “ Ovunque proteggi”.
Capossela regala una versione “preraffaellita” di “Come una rosa”, dove nella prima parte sembra di ascoltare un quartetto mozartiano per poi ritornare al suo originale sapore latino, ricorda le parole di Primo Levi ed esprime solidarietà a Liliana Segre, prima di eseguire “ Suona Rosamunda”. Continua a parlare di attualità, con una coscienza politica più forte del solito (d’altronde “Ballate per uomini e bestie” è il suo disco più legato al sociale e a un messaggio cristiano lontano dal potere). Se la prende con certi personaggi che giocano col terrore e che sono parecchio lontani dalla cultura, rivolge un pensiero a tutti quei popoli che viaggiano per cercare una nuova vita, ed ecco che canzoni come “La Madonna delle conchiglie” e “Il povero Cristo” pesano come macigni e sono uno specchio di questi tempi difficili.
Il pubblico però ha bisogno anche di energia e con “L’uomo vivo” e “ Al Colosseo” scatta in piedi a ballare, con un crescendo di applausi che portano a quella che sembra la fine del concerto. Ma Capossela non si risparmia e c’è ancora spazio per alcuni bis: Una robusta versione de “Il ballo di San Vito”, una perla come “Contratto per Karelias”, l’avvolgente “Ovunque proteggi” dove prima ricorda Mario Dondero, poi i gloriosi tempi del Barfly di Recanati ed altre città delle Marche a lui care. Dopo due ore e mezza abbondanti , il brano “La lumaca” chiude un intenso e affascinante spettacolo, dove il cantastorie ci ricorda di :“sfidare il tempo facendolo lento, rallentare il tempo e godersi la scia…”.
Penso sarà proprio quello che faremo, grazie Vinicio!!
Marco Sonaglia
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Scaletta
Uro
Danza macabra
La peste
Le loup garou
Nuove tentazioni di Sant’Antonio
Il testamento del porco
Ballata del carcere di Reading
La belle dame sans merci
Con una rosa
La giraffa di Imola
I musicanti di Brema
Marajà
Pryntyl
Le Pleiadi
Di città in città (… e porta l’orso)
Suona Rosamunda
Polka di Warsava
La Madonna delle conchiglie
Il povero Cristo
L’uomo vivo
Al Colosseo
Bis
Il ballo di San Vito
Contratto per Karelias
Ovunque proteggi
La lumaca
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