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There Will Be Blood – Beyond

7 dicembre 2019 by pdb in Dischi, Recensioni

(Ghost Records / Self)
www.therewillbeblood.it

I There Will Be Blood sono un gruppo della provincia di Varese, attivi già dal 2009, che hanno pubblicato da poco il loro nuovo disco “Beyond” . Si tratta del loro primo album con la formazione allargata a cinque elementi: Davide Kowalski Paccioretti (Voce solista), Riccardo Giacomin (Prima chitarra), Emanuele Nebu Nebuloni (Seconda chitarra e cori), Davide Dave Varoli (Tastiere e cori) e Mattia Castiglioni (Batteria e percussioni. Beyond è un concept album, formato da undici tracce, che racconta l’avventura sovrannaturale di un ragazzo, in lutto per la perdita della madre. Il tema portante è “l’oltre”, inteso come superamento dei propri vincoli, sia come valico dell’esistenza mortale. Quello che colpisce di questo gruppo sono le sonorità, un mix diabolico che parte dal blues sporco con le chitarre slide e che mischia sapientemente il rock’n’roll, il funk/soul, il gospel, lo stoner, il country/western. Un sound che fa respirare le atmosfere americane, quelle fatte di corse sudate nel deserto, di riti vooodoo, di boogie sfrenati. Una colonna sonora ideale per un viaggio, dove non mancano le chitarre distorte, la batteria massiccia e pulsante (che non risente affatto dell’assenza del basso), le tastiere ossessive e un uso veramente interessante delle voci, che crea il giusto e suggestivo intreccio. Tra i brani segnaliamo la funkeggiante “ Back from the dirt” , con quel suono acido del clavinet che ricorda i vecchi poliziotteschi, la travolgente “Fiere”, la rockeggiante “Flee Georgia”, la suggestiva “ Catrina” , l’ottima “Mountain Howling” e le pulsanti “ Hobo” e “ Cockadoodledoo”. Tra gli ospiti musicali troviamo Nadia Scherani (backup vocals) e Massimo Marcer (trumpet). D’impatto anche la copertina illustrata da Martin Wittfooth e l’ottimo artwork curato da Riccardo Giacomin. Un disco non immediato, un disco che bisogna assaporare lentamente, per entrare nella giusta dimensione, per farsi trasportare dalle sue atmosfere, perché in fondo il vero western si può trovare anche a Varese basta viaggiare con l’immaginazione e con il sound accattivante dei There will be blood.

 

Tracce

Fiere

Flee Georgia

Hobo

Cockadoodledoo

Body money

Catrina

Death Maiden

Mountain Howling

Snake

Back from the dirt

Troubled son

L’intervista

Come mai la scelta di un concept album?

Da sempre cantiamo in inglese, ma il nostro pubblico è per la maggior parte italiano. In moltissimi casi i nostri testi non vengono tradotti ed in pochi li comprendono. Non ce ne siamo mai fatti un cruccio, in fondo capita anche ai grandissimi artisti stranieri, le persone hanno tutto il diritto di godersi la nostra musica senza preoccuparsi dei testi. Però, se volessero addentrarsi un poco oltre, se avessero la curiosità di studiare un poco tutta la mitologia che si nasconde dentro il nostro progetto, ci piace pensare che ne sarebbero soddisfatti, come se gli avessimo regalato un ulteriore livello di lettura, un motivo in più per ri-ascoltare tutto l’album. Tutti i nostri album sono concept: con il nostro lavoro precedente “HORNS” abbiamo terminato una trilogia, ed ora “BEYOND” inizia una nuova storia. Nel 2009, quando abbiamo cominciato a cantare blues e ci sembrava ridicolo raccontare in prima persona delle tematiche che mai ci sono appartenute, è un po’ la sindrome dei rapper nostrani che tentano di scimmiottare i brani di droga e galera degli americani e si ritrovano a raccontare di quella volta che i carabinieri gli hanno requisito una canna… Ci sembrava un po’ patetico tentare di convincere chi ci ascolta che dei ragazzi cresciuti lungo il Ticino potessero soffrire come dei veri blues man del Mississippi.  La soluzione è stata creare dei personaggi immaginari ai quali far vivere una realtà che conosciamo ma che non viviamo in prima persona. L’alternativa sarebbe stata confezionare testi senza senso e senza impegno come quelli che ormai ci rifilano ogni giorno i nuovi cantautori che non fanno altro che parlare di amori, estati e ansie del nuovo millennio. Noi abbiamo preferito creare dei film, che mai verranno girati ma a cui di certo non mancherà la colonna sonora. E’ molto più divertente.

Come nasce la ricerca del vostro sound?

Siamo in 5 nella band, ognuno di noi porta linfa al progetto, da ragazzini abbiamo tutti ascoltato i generi più disparati e abbiamo suonato in gruppi diversi. I There Will Be Blood sono nati dalla forte passione per il blues delle hills, quello della nuova generazione. Una passione che ci ha poi portato a riscoprire le radici del vero blues, quello fatto di sola voce e chitarra, con due mani e due piedi a tenere il tempo. Poi il progetto TWBB è diventato la tela dove stendere e mescolare tutte le nostre passioni: l’immaginario degli stati uniti, il cinema di genere, i fumetti, i romanzi di fantascienza e soprattutto tutta la musica che ci emoziona: dal funk, al soul, al rock, al gospel, il metal, il grunge, lo stoner, ma anche le musiche africane e dei tuareg. Con gli anni il nostro stile si è fatto più riconoscibile ma continuiamo a cambiare ed evolverci.

Quale messaggio volete mandare con la vostra musica?

Le mode passano, i generi stufano, il 99% di quello che oggi fa furore probabilmente scomparirà, e sarà giusto così perché fotografa una realtà talmente limitata che già è passata. Ma ci sono musiche, ci sono canzoni, che riescono per un attimo a farti dimenticare chi sei, raccontarti un mondo diverso e farti ballare, e farti sognare. è questo che noi inseguiamo: un racconto.

Ci spiegate il nome del gruppo e la scelta della copertina?

Il gruppo si chiama come un film del 2007 di Paul Thomas Anderson che in italia è stato chiamato “Il Petroliere”. In film che ci ha stregato per le sue atmosfere rarefatte e polverose. There Will Be Blood (letteralmente: “ci sarà sangue”) è poi la maledizione che affligge il protagonista dei nostri primi concept album. L’album si intitolava “wherever you go” (ovunque andrai) ed assieme al nome del guppo componeva la condanna “ovunque andrai ci sarà sangue” (wherever you go, there will be blood). E’ una frase potente che per noi non significa solo violenza, il sangue è simbolo di vita, di furore e di rinascita. La copertina del nostro ultimo album è un opera di Martin Whittfooth (che ha firmato anche le copertina dei Rival Sons). Lo abbiamo contattato e siamo riusciti ad accaparrarci uno dei suoi lavori. Molti dei suoi lavori ritraggono animali in composizioni surreali e di incredibile impatto. Non è la prima volta che andiamo a cercare un grande artista e lo riproponiamo sulla nostra copertina (lo avevamo già fatto anche con “WITHOUT” dove la copertina era di Jeff Jordan che già aveva lavorato coi Mars Volta) anche questo è un modo per offrire un ulteriore livello di lettura a chi ci segue, dare ancora di più, arricchire la qualità del nostro progetto e permetterci di andare sempre oltre, Beyond appunto.

Marco Sonaglia

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