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Quando una performer propone uno spettacolo fatto in gran parte di originali, bisogna farle i complimenti a prescindere. Non è scontato infatti che si eseguano brani propri in un concerto jazz o a esso legato. Valentina Gullace, che proviene prevalentemente dal musical, ha preso dal cassetto pezzi scritti anni fa o in tempi più recenti. Con questi ha confezionato un album, La mia stanza segreta, con cui ha fatto l’esordio a lunga durata, che declina con uno stile proprio la canzone jazzata (mentre ascoltavamo il concerto ci è venuto in mente un precedente illustre, Incoerente Jazz di Rossana Casale).
Per proporre il suo repertorio Gullace ha portato sul palco Federico Scettri alla batteria, Daniele Sorrentino al contrabbasso e Seby Burgio al pianoforte e agli arrangiamenti. A loro, come ospiti si sono aggiunti Marco Stabile alla voce, Daniele Cordisco alla chitarra e soprattutto Fabrizio Bosso alla tromba. Non ce ne vogliano la cantante e gli altri protagonisti, ma la presenza di Bosso nel finale ha lanciato l’esecuzione complessiva a un livello alto. Ma sarebbe ingiusto non sottolineare la grande musicalità di Gullace, con una vocalità che si basa sulla cantabilità e sul rapporto con il testo (italiano e inglese) più che sulla tecnica jazzistica.
E al di là degli standard (Nature Boy, Sophisticated Lady) immancabili in una serata del genere, sottolineiamo le doti di scrittura dell’interprete con brani come la traccia titolo, Punto Zero, Per sempre (con la sola Gullace a piano e canto), Winter. Come sempre in questi casi all’ottimo esordio auguriamo un proseguimento altrettanto importante. La strada ci sembra quella giusta ed è basata sulla sostanza, dote quanto mai gradita per una musicista.
Michele Manzotti