(Produzione indipendente)
Pagina Facebook Sergio Pennavaria
Sergio Pennavaria cantautore siciliano, con un passato da busker, oramai adottato a Savona, torna con il suo secondo disco, dopo l’ep “Senza lume a casaccio nell’oscurità”, uscito otto anni fa. Il nuovo album dal titolo “Ho più di un amo nello stomaco”, è un concept incentrato sulla quotidianità che galleggia e nuota in un metaforico teatro subacqueo e le dodici canzoni sono come ami da pesca che ogni volta si impigliano nelle pieghe dell’anima. Pennavaria si muove con sicurezza, gioca bene con le parole, arrangia i brani, suona chitarre, piano, sintonizzatori, inoltre la sua voce sicura, a tratti scura, a tratti graffiata dona ad ogni canzone il giusto vestito. La title track che apre il disco è una delle canzoni migliori, con un testo molto forte (“Vorrei cantare nel fondale di un Dio e il suo tridente di dolore che dalle squame giunge dritto alla testa, o meglio, alla mente.. Ho più di un amo dentro la pancia che non ho mai vomitato, il cuore è una bilancia che pesa ciò che resta di qual mare che per mille miglia senza di te ho attraversato, perché scegliesti un altro oceano dove tutto sembra distante e i sentimenti annegano mentre la carne è il comandante”), invece “Rebus” (“E non provare a scavare nel mio petto, troveresti solo un fiore, una conchiglia e una bottiglia di liquore… e non provare ad andare oltre il mio sguardo perso, carezzami se mai che in fondo non sono poi così lontano da te) e la brevissima “ L’amore invisibile” sono molto delicate, interessante l’uso del dialetto siciliano in “Bufera”, molto curiosa “ L’amore nell’armadio”, segnalo infine “Nel mondo senza tempo” (“Sentissi questo senso di leggerezza e poi navigo veloce più di un branzino, sono ritornato quel bambino sguardo profondo unica ricchezza nel gioco d’onde che mi riporta da te”) e “Il tappeto volante” (“Dal tappeto come un balzo scesero i ricordi, da una narici della speranza, poi, imboccarono una via che li portò dritti al giardino profumate di rugiade sonanti chiamato nostalgia, l’abbraccio di istanti della vita tua, della vita mia”). Un disco ben curato nella grafica di Sergio Olivotti e negli arrangiamenti con Lorenzo Piccone alle varie corde, Max Matis al basso, Simone Rossetti Bazzaro al violino e alla viola, Martino Biancheri ai vari ottoni, Marco Moro al flauto traverso, Giorgio Bellia alla batteria, oltre a vari ospiti tra cui Finaz della Bandabardò. In conclusione un buon disco dove convivono generi musicali diversi ( folk, ballate, swing, latino) che spesso richiamano ai grandi maestri della musica d’autore italiana, ma Pennavaria sta cercando la sua strada definitiva, quella che ascolteremo con piacere nei futuri lavori.
Marco Sonaglia
Tracce
Ho più di un amo nello stomaco
Rebus
Due parti precise di me
L’amore invisibile
L’amore nell’armadio
Nel mondo senza tempo
Se potessi come si fa
Un cuore sul viso
Bufera
Il tappeto volante
Dove nasce la libertà
Il palamito
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